LA DIETA NEL DOPOGUERRA

Ogni tanto, in un percorso di vita, fa bene ricordare da dove si è partiti, soprattutto se questo riguarda un Paese come il nostro che, attualmente, occupa un posto di ambiziosa (e incompiuta) media potenza mediterranea. Quindi facciamo un passo indietro per capire quanto siamo fortunati oggi, nonostante tutte le problematiche e le idiosincrasie che caratterizzano il Bel Paese.

 

 

 

 

Ogni Paese ha vissuto, nel secondo dopoguerra, una difficile ma entusiasmante  ricostruzione, a partire da uno scenario di macerie, dovuto ai bombardamenti sui rispettivi territori. Il nostro territorio fu tra i più colpiti e il processo di ricostruzione fu complicato, lo ricordano certamente i nostri anziani.

 

 

Qual era la dieta nel dopoguerra?

 

Sulla tavola degli italiani la carne era praticamente assente, se non durante le feste e le occasioni speciali. Tuttavia, a differenza del periodo precedente le guerre, calò il consumo di frumento, granturco, riso e legumi. Questi vennero parzialmente compensate dall’aumento dell’uso di frutta e verdura.

 

La possibilità di variare la propria dieta, introducendo alimenti come carne e pece, inizialmente appannaggio di pochi, divenne concreta grazie agli aiuti economici introdotti dal Piano Marshall.  Con il diffondersi progressivo di un certo livello di benessere, durante gli anni del cosiddetto boom, fu possibile ristabilire in Italia uno stile alimentare adeguato.

 

Siamo figli e nipoti di una generazione che ha sofferto (e molto) dopo la guerra. Sentirsi italiani e stimati per il nostro stile di vita dal punto di vista alimentare ci deve rendere anche orgogliosi, ricordando il percorso di ricostruzione intrapreso, di cui la dieta è stata elemento importante.

 

Gabriele Gatti

Gabriele.Gatti@cibiexpo.it

 

 

 

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