Se ne parla tanto, anche se la maggior parte delle persone non sa bene cosa sia. Eppure, moltissimi pensano che il miglior modo per dimagrire sia scegliere gli alimenti con l’indice glicemico più basso.
Numerosi studi dimostrano come, per conservare un peso corporeo sano, sia importante tenere in considerazione l’impatto di ciò che mangiamo sulla glicemia, cercando di mantenerla il più possibile costante nella giornata. Basta però soffermarsi sul modo in cui l’indice glicemico – che misura la velocità con cui gli alimenti ingeriti fanno crescere la glicemia, cioè il livello di glucosio nel sangue – viene calcolato, per rendersi conto che non ha molto senso prenderlo come indicatore assoluto sul quale impostare la dieta. Come si calcola? Si prende come riferimento la velocità con cui la glicemia si alza dopo aver mangiato 50 g di glucosio (o di pane bianco, a seconda dei metodi) e la si confronta con quella con cui si alza mangiando l’alimento in esame. Per capirci, dire che l’indice glicemico degli spaghetti è 49, significa che fanno aumentare la glicemia con una velocità pari al 49% rispetto al glucosio.
Esistono tabelle che riportano l’indice glicemico medio di una quantità di alimenti, suddividendoli in 3 gruppi:
- alto indice glicemico (oltre 70), come pane bianco, anguria, riso bianco bollito, patate
- medio indice glicemico (fra 55 e 70), come riso integrale bollito, couscous, ananas
- basso indice glicemico (minore di 55), come spaghetti, legumi, arance, mele, banane
Il valore dell’indice glicemico, però, ci dà un’idea solo della velocità con cui i carboidrati di un certo alimento fanno alzare la glicemia, ma non di quanto effettivamente si alza. Eppure, c’è una bella differenza tra mangiare 50 g di pane o mangiarne 2 etti…
Volendo fare un esempio pratico, pensiamo alle carote bollite, che hanno un indice glicemico pari a 92, elevato quasi quanto quello del glucosio. Per dimagrire, dovremmo quindi eliminare le carote dalla dieta? Sarebbe un grave errore, perché nella realtà un etto di carote contiene solo 8 g di carboidrati e non sarà di certo mangiando una carota che si avrà un picco glicemico… Allo stesso modo, anche se la pasta ha un indice glicemico basso, è evidente che, per dimagrire, tra pasta e carote è certamente meglio abbondare con le seconde e limitare gli spaghetti.
In conclusione, l’indice glicemico può essere utile, ma per impostare la nostra dieta l’indice più importante è il buon senso, e per vedere se la dieta funziona lo strumento migliore rimane sempre la bilancia.
Giorgio Donegani