C’erano una volta le bellissime colazioni di food blogger e non. Perfezione geometrica, tavoli meravigliosi, tazze in porcellana antica, tovaglioli delicati della nonna, torte fatte a mano senza conservanti, latte intero, scremato, parzialmente scremato e di soia, frutta tagliata col righello di colori perfettamente in tinta con tutto il resto. No. No. No. Non può essere vero. Sapete io come faccio colazione alle 6 e mezza, tutte le mattine, quando suona la sveglia? Di solito capita mentre cerco le chiavi della macchina (che perdo quasi tutte le sere), mangio i biscotti direttamente dal pacchetto, spesso quelli sul fondo, tutti sbriciolati, uso un pezzo di scottex avanzato e cerco di evitare di sporcare più cose per non dovermi mettere al lavandino a lavarle.
Ecco, questa è la colazione vera, quella del lavoratore, che si sveglia quando ancora è buio e passa quasi 12 ore al giorno fuori casa.
E’ così che è nato Colazioni Bulgare: io, Elena, Ilaria, Francesca, Mary, Sabrina e Sharon, conoscete già la maggior parte di noi, 7 folli, gente del web con una propensione molto forte alla supercazzola… un giorno abbiamo deciso di dire no alle colazioni bellissime.
E, da quel momento in poi, la pagina Facebook che abbiamo inaugurato è stata inondata di immagini, realistiche, tanto brutte da essere meravigliose. Sì, perché chi fa colazioni bulgare ragiona al contrario, più le foto sono vere e inquietanti più ricevono like!
Siamo stufe di sentirci sole nella bruttezza delle nostre colazioni e abbiamo deciso di reagire con una risata alla perfezione dilagante, per dare voce a chi non ha voce (e tempo) di usare le porcellane di Limoges per servire il tè alle 6 e mezzo del mattino!
Partecipate anche voi: è sufficiente scattare una foto del proprio mesto, ma autentico pasto mattutino e postarla sulla pagina Facebook Colazioni Bulgare oppure su Instagram e Twitter, usando l’hashtag #colazionibulgare.
Varie realtà web, anche piuttosto importanti, si sono accorte di noi e ci hanno apprezzato: dall’Huffington Post, che ci ha dedicato un pezzo intitolato “Colazioni bulgare. Spopola su Facebook il gruppo che riporta il breakfast alla dura realtà“, a PourFemme, che ci ha regalato uno spazio “Colazioni bulgare: su Facebook la voce di chi (non) mangia brioche” .
Paola Toia