L’inquinamento ambientale è provocato anche, e in percentuale non irrilevante, dalla produzione e dall’uso dei cosmetici. È il lato nascosto dell’industria della bellezza.
Oggi, grazie al lavoro delle industrie cosmetiche, non è più solo un sogno essere belli a lungo; ma ci siamo mai chiesti a che prezzo? Se da una parte, infatti, ci siamo noi che riusciamo a mantenere un aspetto fresco e curato, dall’altra parte il nostro pianeta, anche a causa dell’uso superficiale dei prodotti di bellezza, si deteriora sempre più rapidamente.
Il problema principale è l’inquinamento da plastica, perché quello della cosmetica è un settore particolare, per il quale vengono usati tubetti o contenitori dalle forme più strane, difficili da smaltire. Il packaging, inoltre, ha un impatto notevole sul trasporto. È perciò fondamentale sviluppare l’eco-design per eliminare il superfluo e studiare confezioni facilmente impilabili e semplici da trasportare, riducendo ad esempio il numero di camion che viaggiano inquinando con le loro emissioni.
Un altro tema è quello del rilascio ambientale delle sostanze contenute all’interno dei prodotti: dentifrici, scrub e creme racchiudono microplastiche, ossia minuscole particelle che non riescono a essere trattenute dai filtri di depurazione, finendo così per esser scaricate direttamente nel mare. Persino alcuni ingredienti naturali sono molto dannosi: la mica, per esempio, minerale usato in rossetti, smalti e fondotinta per renderli brillanti, non è altro che un composto di alluminio, magnesio e ferro, la maggior parte del quale proveniente dall’India ed estratto da miniere illegali attraverso lo sfruttamento di bambini.
Fortunatamente, oggi sono già molte le aziende, dalle più piccole a quelle già affermate nel settore, che si stanno attivando per porre rimedi: la Bioclin, per esempio, ha da poco lanciato un detergente la cui peculiarità sta nel fatto che l’acqua è estratta per il 99% dagli avanzi di arance rosse biologiche del Gargano, così da ridurre in modo considerevole lo spreco.
E crescono in modo esponenziale i consumatori che prediligono cosmetici biologici realizzati nel rispetto dell’ambiente: sono sempre di più quelli che ricercano un packaging sostenibile o comunque ricaricabile, scelgono prodotti per i quali non sia previsto il risciacquo dopo l’applicazione, o ingredienti ottenuti da fonti rinnovabili con riduzione della produzione di CO2.
Carolina Cusumano
Secondo Quantis, società di consulenza ambientale, le emissioni di gas serra dell’industria cosmetica sono comprese tra lo 0,5% e l’1,5%. In termini di sostenibilità incidono soprattutto l’estrazione delle materie prime (10%), il packaging (20%), il trasporto (10%) e l’utilizzo stesso del prodotto (40%).