Qualcuno certamente ricorda l’immagine dell’astronauta Cristoforetti che, sulla stazione spaziale, si nutriva sorridente con una barretta di farina di grillo al mirtillo.
Una novità in arrivo anche sugli scaffali dei nostri supermercati: le polveri (non chiamiamole farine…) di insetti. L’UE ha dato il via libera alla commercializzazione di polveri di 4 insetti nel territorio comunitario, più precisamente quelle ottenute da grilli, locuste migratorie, vermi della farina e larve gialle; per quanto riguarda l’Italia, ben 4 decreti interministeriali (uno per insetto) hanno dato regole e indicazioni per il consumo umano.
Anche se 1 italiano su 3 pare propenso ad assaggiare il “novel food”, rimangono diversi interrogativi circa la sicurezza e gli eventuali rischi per la salute. È noto che l’utilizzo di insetti a scopo alimentare, autorizzato dalla UE, intende far fronte alla necessità di reperire fonti di proteine alternative alla carne e agli altri alimenti della dieta tradizionale, rispondendo così a una maggiore sostenibilità del sistema alimentare.
Gli insetti, infatti, pur ricchi di proteine, determinano una minore impronta del carbonio totale rispetto agli allevamenti intensivi, che, come noto, contribuiscono all’immissione nell’atmosfera di grandi quantità di gas a effetto serra.
I decreti, emanati dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e con le Regioni, stabiliscono che l’etichetta di questi prodotti, che dovrà esser visibile e chiara, indichi la provenienza del prodotto, i rischi connessi al consumo e il quantitativo di polveri di insetti presente negli alimenti, che nei supermercati dovranno essere esposti in appositi scaffali.
I decreti stabiliscono inoltre il divieto dell’utilizzo di polveri di insetti in alimenti tipici della dieta mediterranea, quali pizza e pasta, affidando ai NAS la rigorosa vigilanza circa il rispetto delle norme nazionali al fine di evitare frodi in commercio, il cui rischio appare elevato, considerando che, ad esempio, la polvere di grillo risulta essere il prodotto più facilmente utilizzabile, in modo ingannevole, per la preparazione di dolci, pane o biscotti.
In attesa di conoscere quanta presa faranno questo tipo di alimenti sugli italiani, è bene distinguerli dai cibi sintetici, questi sì totalmente innaturali e già vietati in Italia.
In conclusione, un’informazione al consumatore chiara e trasparente rimane sempre la via maestra.
Daniela Mainini
www.centrostudigrandemilano.org