PER CENA, CAVALLETTE O GRILLI FRITTI?

“Abbiamo infranto tutti i tabù e chiunque li abbia assaggiati, li ha trovati buonissimi”. Parola di Andrea Mascaretti, responsabile per la Società Umanitaria di Milano del progetto Edible Insects  che, dopo più di un anno di lavoro, può decisamente esultare. Perché lui e i  suoi collaboratori ci hanno visto lungo, anche se, quando è stato presentato il progetto nell’ottobre 2014, hanno incontrato molte titubanze. “Ma no, impossibile! Figuriamoci se si cominceranno davvero a mangiare gli insetti!” si diceva. E invece il 27 ottobre, a cento ore dalla chiusura di Expo, il gruppo è riuscito a organizzare la prima degustazione ufficiale di grilli e cavallette.

 

 

 

“C’è voluto molto impegno, ma ce l’abbiamo fatta – racconta Mascaretti. – È stato un successo, e parlo dell’intero progetto, non solo della degustazione”. Dall’apertura di Expo 2015, infatti, Edible Insects, sempre con il supporto della Società Umanitaria e di Coop Italia, ha realizzato una mostra interattiva sul consumo d’insetti visitata da circa 700mila persone. “Tutti quelli che guardavano i video, realizzati dal centro audiovisivo dell’Umanitaria e dalla società Delta Frame, sono rimasti stupiti ed entusiasti – ha spiegato Mascaretti – Inoltre, il 44% degli Italiani ha dichiarato di essere disposto a mangiare insetti”.

 

Gli insetti secondo la Ue

 

Il clamore della degustazione è stato accompagnato, giusto il giorno dopo, dalla notizia che anche l’Unione europea si sta lasciando conquistare dalla possibilità di inserire queste nuove proteine nell’alimentazione quotidiana. Dopo poco più di 24 ore, infatti, con 359 voti a favore, 202 contrari e 127 astenuti, il Parlamento ha dato il primo via libera al consumo di insetti, pur mantenendo ancora alcuni paletti. A dare il suo parere ora dovrà essere l’EFSA (European Food Safety Authority), l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che sta analizzando i possibili rischi. “Non è che da domani si mangeranno solo cavallette e larve – ha precisato Andrea Mascaretti. – Le metteremo in tavola alternandole agli altri prodotti di origine animale di cui ci nutriamo abitualmente”. L’impiego degli insetti però ancora non convince tutti, nonostante i recenti allarmi dell’OMS sui consumi delle carni rosse. Eppure in Europa c’è chi è già molto avanti. In Belgio, per esempio, nei supermercati è possibile trovare prodotti realizzati con derivati da insetti, come farine o semilavorati, e l’idea di mangiare direttamente un grillo non sconvolge più di tanto. Forse è solo una questione di abitudine, forse basta rompere qualche schema mentale, perché in fondo… molluschi, rane e cicale di mare già li mangiamo abitualmente.

 

Una fonte alimentare sostenibile

 

Se anche l’OMS dirà, come confermano le analisi chimiche e biologiche fatte fin qui, che non ci sono rischi, cambierà poco nell’alimentazione quotidiana, solo qualche insolita proteina animale in più. “È una scelta utile per garantire il cibo alla popolazione del futuro – ha precisato Mascaretti. –Adesso sul pianeta siamo oltre 7 miliardi e nel 2050 saremo oltre 9 miliardi. Diventerà molto difficile produrre cibo a sufficienza per tutti, soprattutto tenendo conto dei danni prodotti dall’inquinamento e della frequenza delle situazioni di sfruttamento feroce”. Per sfamare il mondo bisognerà pensare a fonti alimentari sostenibili e gli insetti possono essere la risposta: sono ricchi di proteine e richiedono poco spazio e poca acqua. Certamente in Italia se ne continuerà a discutere, soprattutto grazie al lavoro di università e centri di ricerca che hanno affrontato questo tema in un testo di 56 pagine, Il libro bianco degli insetti commestibili, che vuole contribuire alla produzione di norme di riferimento per un settore strategico per la sicurezza alimentare del prossimo futuro. “Abbiamo realizzato questo lavoro a luglio – ha concluso Mascaretti – e lo consegneremo alla FAO. Poi staremo a vedere cosa succede”.

 

Bianca Senatore

 

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