Le attività umane e il loro impatto sull’ecosistema stanno modificando l’ambiente, inteso come tutto ciò con cui un essere vivente entra in contatto. Il riscaldamento globale, causato dall’aumento dell’effetto serra, è ormai ben più di un’ipotesi. Secondo le analisi dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima di Bologna, il 2018 per l’Italia è stato l’anno più caldo dal 1800 a oggi; dei 30 anni più caldi, sempre a partire dal 1800, 25 sono stati successivi al 1990.
Tra le cause dell’aumento dell’effetto serra si segnalano l’uso dei combustibili fossili (carbone, petrolio, metano) e il traffico sia aereo sia su gomma. Un altro importante fattore è l’allevamento, in particolare dei bovini. Il settore zootecnico contribuisce in modo importante alle emissioni globali di metano, dovute soprattutto all’allevamento dei bovini. Una singola mucca, in conseguenza della ruminazione, cioè del complesso processo di masticazione, può produrre dai 200 ai 300 litri di gas metano al giorno.
I fenomeni climatici estremi diventano sempre più frequenti: ricordiamo in particolare le ondate di calore, e i conseguenti devastanti incendi, che peggiorano la qualità dell’aria a causa della combustione di materiali inquinanti e della diffusione di sostanze tossiche come le diossine; o le “bombe d’acqua”, termine giornalistico usato per indicare un nubifragio così violento che la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all’ora.
Riscaldamento globale, ondate di calore, temporali e inondazioni possono incidere sulla salute degli umani e delle piante. I fenomeni correlati sono tanti: l’inquinamento causa un aumento dei disturbi respiratori che colpiscono soprattutto le persone più fragili; si diffondono insetti come zecche e zanzare, possibili veicoli di malattie di animali e persone; l’alternanza fra siccità e bombe d’acqua e le modificazioni dei cicli stagionali affaticano le piante coltivate per la produzione di alimenti e foraggi rendendole più facilmente attaccabili da parte dei funghi, che producono sostanze tossiche, a volte addirittura cancerogene e questo, a cascata, può contaminare prima il latte e poi il formaggio.
Ma noi, singoli cittadini, possiamo fare qualcosa? Limitiamo l’uso dell’automobile; teniamo la temperatura in casa più bassa d’inverno e più alta d’estate; consumiamo più ortaggi e meno carne.
Non basta, ma avremo qualche rimorso in meno.
Marta Pietroboni