Campus Peroni promuove lo sviluppo di connessioni di valore per affrontare le sfide del settore in un’ottica di ecosistema.
Puntare sull’innovazione tecnologica, creare nuove forme di collaborazione basate sulla condivisione trasparente dei dati per dare vita a inediti modelli di sviluppo: questo in sintesi è stato l’oggetto del convegno “Connessioni di valore per la transizione ecologica dell’agroalimentare” organizzato nel dicembre ‘22 a Roma da Campus Peroni, il centro di eccellenza frutto della collaborazione tra Birra Peroni e il CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
Durante l’evento, moderato dalla giornalista Chiara Giallonardo, è stato presentato un nuovo modello eco-sistemico in tre fasi: una prima di tracciabilità, attraverso blockchain, per consentire la raccolta capillare e la condivisione trasparente dei dati; una seconda di misurazione dell’impatto ambientale delle catene del valore; un’ultima di miglioramento continuo in cui prevedere soluzioni e innovazioni di processo sulla base delle informazioni ottenute. «I risultati sul progetto di tracciabilità in blockchain del malto 100% italiano, avviato un anno fa, confermano che la condivisione di dati attraverso l’uso della tecnologia funziona: garantisce la qualità, l’origine delle materie prime, tutela il Made in Italy e ci consente di migliorare le performance ambientali – ha dichiarato Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di Birra Peroni e Coordinatore di Campus Peroni –. Il modello proposto allarga l’obiettivo a una componente di sostenibilità a tutto tondo: superare il concetto di filiera verticale e definire un nuovo approccio eco-sistemico potrebbe rivelarsi un passo decisivo verso una vera transizione ecologica della filiera agroalimentare e non solo, con il coinvolgimento di tutte le realtà in campo, dalle aziende alla ricerca universitaria, dalle startup innovative alle istituzioni. Si tratta di un cambio culturale che può portare a soluzioni efficaci e condivise per il bene del pianeta».
Un modello da replicare
Il modello nasce dai risultati ottenuti dal progetto di tracciabilità in blockchain del malto 100% italiano, avviato da Campus Peroni insieme a pOsti, Xfarm, Hort@, Campus Bio-Medico ed EY, come ha spiegato Irene Pipola, EY Consulting Sustainability Leader Italy: «L’approccio prevede il tracciamento delle informazioni di filiera, la misurazione e l’analisi dei dati, andando a identificare azioni concrete che gli agricoltori possano mettere in campo. Per la produzione primaria dell’orzo è stata registrata una riduzione del 27% delle emissioni di CO2».
Enrico Giovannini, co-fondatore, e attuale portavoce, dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), ha posto l’attenzione sul valore dello scambio di conoscenze e competenze: «L’approccio promosso da Campus Peroni rappresenta un modello da seguire perché riesce a coniugare sostenibilità e innovazione, mettendo al centro i dati e la loro condivisione. Un’opportunità per tutte le aziende che decidono di investire su questo, perché, seguendo la strada dell’innovazione tecnologica applicata alla sostenibilità, diventano più competitive e riescono ad attrarre giovani talenti. Questo processo, a prescindere dalle dimensioni delle aziende, dovrebbe coinvolgere tutta l’imprenditoria italiana. L’allargamento dell’obbligo di rendicontazione non finanziaria alle medie imprese deciso dall’Unione europea potrebbe rappresentare un ulteriore passo verso uno sviluppo economico realmente sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale».
Nel nuovo modello acquisisce sempre più importanza lo sviluppo di piattaforme orizzontali nell’ambito delle quali le aziende possano collaborare, e di questo ha parlato nel suo intervento Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria, affermando: «L’industria italiana esprime una leadership indiscussa a livello europeo nel processo di transizione ecologica, dall’economia circolare all’efficienza energetica, all’abbattimento delle emissioni. La sfida è preparare il tessuto economico e produttivo per entrare a pieno titolo nelle nuove catene di valore internazionali. Le imprese italiane stanno investendo in tecnologie, competenze, innovazione, e il progetto di tracciabilità del malto 100% italiano di Birra Peroni ne è un esempio. Il contributo che può dare Confindustria è sicuramente quello di “mettere insieme” le imprese, stimolare un confronto aperto tra tutti gli attori del sistema in modo da incentivare il dialogo, lo scambio di informazioni e la sinergia, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile e anche alla tutela del Made in Italy». A chiudere i lavori Vannia Gava, Viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, che si è soffermata sulla centralità delle sfide della sostenibilità nell’ambito del programma di Governo: «La transizione ecologica è un percorso anzitutto culturale e necessita della massima condivisione, sia delle criticità sia delle soluzioni ai problemi. Come Governo saremo sempre parte attiva in questo percorso e continueremo a tenere vivo il dialogo con tutti gli attori in gioco».
Anna Francioni
Campus Peroni
Campus Peroni è il centro di eccellenza nato dalla collaborazione tra Birra Peroni e il CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. L’obiettivo è la promozione e la diffusione della cultura della qualità, innovazione e sostenibilità in agricoltura e, in particolare, nel settore cerealicolo. Campus Peroni svolge inoltre attività di formazione sia in ambito universitario sia nei confronti degli imprenditori agricoli, nel campo della produzione di orzo distico da birra con particolare riferimento a tecniche colturali sostenibili nell’uso delle risorse naturali e ambientali, nonché sul tema dell’innovazione genetica. Tra i partner di Campus Peroni: i Dipartimenti di Scienze Agrarie degli Atenei di Teramo, Perugia, Tuscia, Salerno, Firenze e Padova e l’Università Campus Bio-Medico di Roma.