L’INTESTINO PIGRO

“La stitichezza ha questo di bello: ci dà il senso della lotta e il piacere, poi, della vittoria”. La tragicomica considerazione è del famoso giornalista e scrittore Roberto Gervaso.

È un problema che affligge moltissime persone: uomini e donne, giovani e meno giovani. Basta vedere quante sono le pubblicità, ospitate su tutti i mezzi di comunicazione, che offrono rimedi e soluzioni. Val la pena di parlarne. Prima però bisogna spiegare le cause che stanno all’origine di una difficoltà così assillante.

 

 

 

Se faccio fatica ad andare in bagno è per predisposizione genetica o per abitudini alimentari sbagliate? Come accade quasi sempre, anche in questo caso la verità sta nel mezzo.

Sicuramente, una certa predisposizione genetica può giocare un ruolo importante nella stipsi cronica; in alcuni soggetti, i circa 9 metri del nostro intestino, ripiegati in uno spazio grande quanto un pallone da calcio, possono presentare anse così strette da portare a un rallentamento del transito intestinale. È però altrettanto vero che anche abitudini sbagliate hanno un peso fondamentale nella comparsa di un disturbo tanto diffuso.

In merito alla predisposizione genetica, oltre che arrabbiarci con mamma e papà, purtroppo altro non possiamo fare. Al contrario, dal punto di vista alimentare si può migliorare molto.

Per meglio comprendere il problema, occorre affrontarlo analizzando 3 aspetti: la dimensione e la consistenza delle feci; quanto sono emulsionate (per “emulsione” s’intende la dispersione di un liquido in un altro liquido con il quale non si mescola, ndr); da ultimo, quanto sono “scivolose” le pareti dell’intestino.

Certamente è una buona abitudine assumere molte verdure al giorno, cioè tanta fibra; è importante, infatti, che le feci abbiano una certa dimensione (determinata appunto dalla fibra), poiché la peristalsi, cioè la contrazione muscolare che le trasporta dall’intestino tenue fino all’ano, è attivata dal loro volume. Altrettanto rilevante però è la scelta. Le verdure non sono infatti tutte uguali: molte sono ricche di fibra solubile e altre di quella insolubile. Quest’ultima è il miglior modo per aumentare la massa delle feci; purtroppo, le rende anche molto dure e, quindi, più difficili dal punto di vista del transito intestinale. Le persone stitiche, di solito, non sono restie ad assumere verdure e fibre, ma semplicemente ne ingeriscono troppe di tipo insolubile. Come riconoscerle? In generale, le verdure a foglia (insalata, coste, spinaci, verza, ecc.) sono ricche di fibra insolubile, mentre in frutti e tuberi (pomodori, cetrioli, zucchine, carote, ecc.) predomina quella solubile, che rende le feci più morbide e, quindi, più facilmente “trasportabili”. Per una buona funzionalità intestinale si è stimato che dovremmo assumere fibra solubile e insolubile in pari quantità.

Il secondo aspetto da tener presente riguarda il contenuto di acqua presente negli alimenti.  A tutti è capitato almeno una volta di avere un boccone “bloccato” nell’esofago. In queste situazioni cosa ci viene naturale fare? Bere subito un bicchiere d’acqua in modo da renderlo più morbido, così che possa scivolare velocemente nello stomaco e liberare le vie aeree. Allo stesso modo, è una buona abitudine bere, appena prima di iniziare a mangiare, in modo da preparare il tragitto – dalla bocca all’intestino – a ricevere il cibo. Durante il pasto, ogni tanto conviene sorseggiare acqua a piccole dosi, meglio ancora se non fredda, in modo da emulsionare le pietanze assunte.

In ultimo, vi è mai capitato di seguire i lavori di un elettricista che deve infilare nuovi fili elettrici nei tubi già presenti nel muro? In prima battuta, utilizza una specie di cavo in plastica dura con una punta arrotondata che, una volta uscito dall’altra parte del muro, farà da guida per i nuovi fili.

Nella maggior parte dei casi avrete notato però che, anche con questo strumento, l’elettricista non riesce a far percorrere al cavo guida tutto il tratto nel muro, e pertanto ha sempre con sé uno “strumento magico” capace di rendere il tubo più scivoloso.

Lo strumento magico si chiama sapone liquido, il quale, cosparso sulla testa della molla (questo è il nome del cavo in plastica dura), la rende molto scivolosa e capace di arrivare dall’altra parte del muro.

Ora immaginate il tubo di cui sopra come fosse il nostro intestino: sicuramente, del sapone liquido andrebbe benissimo per far scivolare le feci fino all’ano, ma ancora meglio è utilizzare dell’olio d’oliva, che, oltre a renderle scivolose, non è tossico per il nostro organismo ed è anche capace di abbassare la tensione superficiale dell’acqua contenuta nel cibo con un ulteriore vantaggio sul transito. Il tutto potrebbe essere realizzato con un cucchiaino di circa 5 g a colazione o a pranzo, e altrettanti a cena, di olio d’oliva o, meglio ancora, di olio di lino che, essendo molto ricco di omega 3, risulta essere anche un ottimo antinfiammatorio per l’intestino.

Andrea Fossati

fossatiandrea@centroemmea.it  

 

 

 

 

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