Dopo aver lavorato per anni nell’azienda agricola di famiglia, Roberto Marinone decide di abbandonare l’agricoltura tradizionale per esplorare il mondo della coltivazione biologica. Insoddisfatto dei prodotti ottenuti facendo ricorso anche a sostanze chimiche, incomincia un percorso autonomo, sperimentando prima la coltura di verdure bio – interrotta a causa delle difficoltà riscontrate – poi quella del riso. La prossimità dei suoi terreni con quelli trattati in modo tradizionale non convince Roberto e decide di separare una parte dell’azienda, la propria, da quella originaria, dando vita a un progetto autonomo e incontaminato: così nasce Cascina Bosco Fornasara, la struttura green dedicata alla coltivazione “rispettosa” e di qualità.
Cascina Bosco Fornasara fa parte del progetto Coltivatori di Emozioni, una piattaforma tutta italiana di Social Farming nata nel 2016: per saperne di più sui prodotti e sostenere l’iniziativa, potete visitare www.coltivatoridiemozioni.com.
Biologico… oltre il biologico
I metodi colturali che ispirano Roberto e Ilena si rifanno alla policoltura e all’agricoltura sinergica, la cui regole base sono: non lavorare la terra, non aggiungere sostanze estranee, mantenere la biodiversità. In quest’ottica, Roberto inizia a fare ricorso alla pratica del sovescio: una pratica agronomica diffusa al fine di mantenere o aumentare la fertilità del terreno e consistente nell’interrare una serie di specie erbacee capaci di fissare l’azoto organico nella terra senza inquinare le falde.
Fondamentale è il rapporto che si instaura tra paesaggio e fauna locale. Ad esempio la piantumazione di filari di alberi autoctoni sulle rive dei terreni coltivati, da un lato serve per proteggere i campi biologici, delineando confini netti con gli appezzamenti degli altri agricoltori, dall’altro funge da richiamo per gli animali delle riserve e dei canneti della Lomellina.
La ri-naturalizzazione dell’area favorisce il ritorno sul territorio di una vasta specie di animali tipici – tra i quali tarabusi, aironi, porciglioni e uccelli caratteristici delle zone paludose – che a loro volta, fisiologicamente, svolgono una funzione di conservazione ambientale, dando vita ad una vera e propria oasi naturale.
Non solo riso
I prodotti attualmente commercializzati dall’azienda sono il riso “Carnaroli da carnaroli pavese”, il riso Rosa Marchetti, il miglio, il grano saraceno in forma di farina, i fagioli dall’occhio, la farina di riso, bianca e integrale, uova e miele.
Attenzione, oltre a una serie di attività e di visite guidate, la cascina si sta organizzando per inaugurare al proprio interno un agriturismo. Da non perdere!
Francesca Gamba e Marta Pietroboni