Un destino segnato in partenza, quello del fico: da quando Adamo ed Eva ne utilizzarono le foglie per confezionare le prime mutande del genere umano. Ecco, da quel momento il fico è rimasto, suo malgrado, indissolubilmente legato al sesso. Rara eccezione grammaticale che mantiene il genere maschile della pianta anche nel nome del frutto (il melo dà la mela, il pero dà la pera, il fico… no), il fico è preso a riferimento nel parlar comune per indicare entrambi i sessi.
È “un gran fico!” si dice del maschio attraente sciupafemmine, e la stessa frase, volta al femminile, suona come un apprezzamento, non proprio da gentiluomini, nei confronti di una donna straordinariamente bella.
Già gli antichi Greci lo sapevano…
Del resto è storia vecchia: già gli ellenici usavano il termine “sykon” (fico) per indicare i genitali femminili, e lo stesso fico era un albero sacro a Priapo, dio della fertilità greco e romano, in onore del quale pare se ne consumassero i frutti prima di ogni convivio amoroso. Nell’alto Medioevo, la stessa Scuola Medica Salernitana ribadiva la convinzione che il fico fosse un potente eccitante erotico “… veneremque vocat, sed cuilibet obstat” (che tradotto da latino significa: provoca lo stimolo venereo anche a chi vi si oppone). E la medicina popolare consigliava alle coppie sterili di sistemare sotto i cuscini due foglie di fico, staccate nella fase di luna crescente, per propiziare l’arrivo dei figli.
Il vero segreto del fico
Ma, viene da chiedersi, come mai questa ossessione fico=sesso? Chi ama gustare i fichi perché sono buoni non vada a cercare troppe risposte e spiegazioni: potrebbe rimanere disgustato dalla dovizia di particolari con cui alcuni testi sottolineano certe somiglianze del fico chiuso con l’organo sessuale maschile e del fico aperto con quello femminile, analogie che non aggiungono nulla al piacere del gusto. No, il fico meriterebbe davvero un po’ più di rispetto. In fin dei conti qual è la sua caratteristica fondamentale, la peculiarità che tutti indistintamente gli riconoscono? La dolcezza. E forse è questo il vero, delicato legame tra il fico e il sesso: esprime metaforicamente quella stessa dolcezza che rende tanto più intenso anche il piacere dell’amore…
Giorgio Donegani