Impossibile ricondurre la figura di Leonardo da Vinci a un’unica definizione. Un pittore? Certamente, e dei più grandi, ma non gli piaceva considerarsi tale. Un inventore? Sicuro: dobbiamo molto alle sue intuizioni. Uno scienziato? Anche questo: i suoi trattati di anatomia sono stati fondamentali per la medicina moderna. Ed era pure scultore, architetto, scrittore… Anche estimatore dell’aglio? Questo non si sa. Ma, con il dovuto rispetto verso il genio per antonomasia, l’aglio un po’ gli somiglia.
Illustrazione di Libero Gozzini.
Non per la bella “testa” che li accomuna (è curioso che nel caso dell’aglio si utilizzi proprio la parola “testa” per indicare l’insieme degli spicchi), e nemmeno per la barbetta bianca che l’Arcimboldo avrebbe forse definito leonardesca, ma piuttosto per l’ecletticità dei ruoli che questo bulbo intensamente odoroso sa ricoprire.
Condimento tra i più saporiti, è anche un valido alimento, da sempre apprezzato nella cultura contadina. La stessa cultura che, nei secoli, ha saputo evidenziare anche le sue incredibili virtù salutari: è efficace per abbassare la pressione, per combattere le infezioni, per eliminare i vermi, per togliere le verruche, per evitare i trombi e persino per risvegliare il piglio amoroso! Merito dei suoi componenti extranutrizionali, ci spiega oggi la scienza: allicina, alliina, ajoene, solfuro di allile…
L’aglio contiene una serie di principi attivi (gli stessi responsabili del suo aroma) che ne fanno una vera e propria medicina vegetale. Ma ciò che la scienza, per fortuna, non ha ancora completamente spiegato è la dimensione forse più affascinante dell’aglio: quella “magica”, che lo vuole nemico giurato dei vampiri, oltre che rimedio infallibile contro la cattiva sorte e il malocchio. “ […] agli e fravagli (pesciolini, ndr) fattura che non quagli. Corna e bicorne capa ‘alice e capa d’aglio…” recita una popolarissima cantilena napoletana, e ancora oggi c’è chi, a Bologna, non manca di comprarsi un po’ d’aglio nel giorno di San Giovanni, in ossequio al proverbio: “Chi n compra l’al de d’ San Zuan, è povret tot l’an” (Chi non compra l’aglio il giorno di S. Giovanni, rimarrà povero tutto l’anno, ndr).
Senza dimenticare chi non rinuncia a tenersi vicino uno spicchio d’aglio la notte che precede il solstizio d’estate. Perché? Ovvio: per proteggersi dalle streghe che celebrano il grande sabba annuale!
Giorgio Donegani