Le spezie, provenienti dalle parti più preziose e nascoste della natura, rientrano nel novero dei prodotti ancora puri che possiamo offrirci, a patto però che il rispetto per l’ambiente e l’equilibrio dell’ecosistema siano protetti e che questi aromi, che ci trasportano con la fantasia nei sapori di Paesi lontani, non provengano da un suolo irrimediabilmente inquinato. Se pensiamo ad esempio che la curcuma viene ricavata dai fiori e dal rizoma giallo di una pianticella erbacea, non possiamo non sperare che la coscienza ecologica del nostro mondo preservi l’ambiente al fine di mantenerne ancora la produzione.
Per risalire alle origini di questa spezia, una delle più amate e forse più benefiche, dobbiamo spostarci in Oriente, in Asia sud-orientale, in India, in Thailandia e in Malaysia.
La Curcuma longa è una pianticella perenne, rizomatosa della famiglia delle Zingiberacee. Conosciuta anche come zafferano delle Indie o più raramente turmerico, provenendo da un clima tropicale, a elevate temperature e piovosità, ha trovato nell’India il territorio climaticamente più adatto, tanto da meritarsi il primo posto nel mondo per la sua produzione, soprattutto nelle città di Sangli, nel Maharashtra, o di Erode, nel Tamil Nadu, oltre allo Stato dell’Andhra Pradesh, nell’India centro-orientale.
Conosciuta e utilizzata già dall’antichità come colorante naturale (non sporcate la tovaglia perché il colore è pressoché indelebile…), la curcuma, dal sapore leggermente terroso, è ampiamente utilizzata in cucina nelle ricette ispirate all’Oriente. Ma non solo. Alla curcuma è stato riconosciuto un potere tonico digestivo e detossificante per il fegato, tanto che oggi trova largo favore e apprezzamento come integratore in virtù dei benefici del suo principio attivo, la curcumina, che funziona soprattutto come bruciagrassi, antiossidante e protettore vascolare.
Il Golden Milk o Latte d’Oro nella medicina ayuverdica viene considerato un toccasana. Si scalda la curcuma in acqua insieme a un pizzico di pepe (facendo attenzione ai grumi) e si mescola con latte di cocco, zenzero, cannella e altre spezie. Un’alternativa vegana al latte molto saporita.
Ma il suo ruolo di maggior successo è in cucina. Attenzione comunque ad adoperarla in piccole dosi (circa un cucchiaino al giorno) e con tutto il rispetto che essa richiede: un eccesso nel suo consumo può infatti essere controindicato per donne in gravidanza, per chi ha problemi di cistifellea o per chi adopera anticoagulanti.
Giocate voi con l’equilibrio tra le spezie: la curcuma ha una consistenza e un sapore terroso che va certamente smorzato con note agrodolci o piccanti.
Per un uso originale in cucina del curry (ingrediente principale, la curcuma), sperimentatelo in abbinamento con le cozze.
Chiara Caprettini