UNA BELLA INSALATA MARZIANA

Oggi la popolazione mondiale è di circa 7 miliardi e mezzo di persone. Ma secondo le stime dell’ONU nel 2100 il nostro pianeta supererà gli 11 miliardi. Avremo cibo a sufficienza per tutti?

È una domanda che sta sollecitando studi e sperimentazioni, per ora senza risposte soddisfacenti. Due noti scienziati americani, Paul R. Ehrlich e John Harte, hanno recentemente dedicato al tema un’analisi dal titolo significativo: Pessimism on the Food Front. Partono dalla constatazione che la produzione alimentare mondiale si scontra innanzitutto con la disponibilità di terra arabile.

 

 

 

 

La maggior parte dei terreni migliori è infatti già utilizzata. Cosa si può dunque fare? Si possono “coltivare” progetti. Alcuni riguardano il miglioramento degli attuali standard di produttività delle attività agricole, altri, più avveniristici, alzano gli occhi al cielo. Per raccomandarsi a tutti i santi del paradiso? No, per studiare ad esempio le condizioni ambientali del pianeta Marte. Luca Nardi, biotecnologo dell’ENEA, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’Agenzia Spaziale Italiana, ha studiato un prototipo di giardino ad alta tecnologia con cui ha vinto il premio ECOtechGREEN.  

 

 

L’orto su Marte

 

L’HortExtreme, l’orto estremo, un giorno potrebbe diventare lo standard per coltivare piante sul pianeta rosso. Ha una superficie di 4 metri quadrati protetti da una struttura gonfiabile. I livelli per le colture sono quattro: due per la germinazione e due per la crescita. La tecnica di coltivazione è idroponica, ossia “fuori suolo”: non si usa terra ma un substrato inerte, come argilla espansa. Il prototipo HortExtreme è dotato di sensori e led per fornire alle piante luce e nutrimento, oltre che di un sistema di telecamere per monitorare i principali parametri di sviluppo. La gestione e il controllo delle piante possono avvenire anche da remoto: se si dovesse coltivare proprio su Marte, questo non sarebbe un vantaggio da poco!

 

 

 

 

L’orto è già stato testato in Oman (foto in alto), simulando alcune condizioni presenti su Marte per la coltivazione di micro-verdure come amaranto, cavolo cappuccio, senape e ravanello. Anche un team di ricerca olandese è riuscito a coltivare pomodori, piselli e rucola su un terreno simile. E molti altri ancora stanno sperimentando. L’obiettivo a lungo termine è una vera produzione di cibo per alimentare i primi coloni. Si tratta di fantascienza?

 

La redazione

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