Si è parlato di agricoltura sostenibile, di tecnologia, di nuovi alimenti, ma anche di povertà e tanto altro ancora al primo incontro pubblico di OMAF – Osservatorio Metropolitano dell’Alimentazione del Futuro, la nuova realtà nata dalla collaborazione pluriennale su questi temi tra Centro Studi Anticontraffazione, Centro Studi per lo Sviluppo Sostenibile, Società Umanitaria, Fondazione Agraria Felice Ferri, CibiLab e CiBi.
All’evento, concepito come una tavola rotonda tra addetti ai lavori, hanno partecipato esperti provenienti da diversi settori che, coordinati da Maria Helena Polidoro – direttore generale di Società Umanitaria – si sono confrontati per delineare il contesto entro cui il nuovo Osservatorio muoverà i primi passi.
In chiusura del dibattito sono state infatti identificate alcune tematiche comuni ai vari interventi, che hanno portato Daniela Mainini – presidente del Centro Studi Anticontraffazione – a definire i 5 concetti chiave su cui OMAF lavorerà.
Visione strategica
Il primo concetto chiave emerso è stato “visione strategica”, fondamentale per poter contemperare tutte le esigenze della società, come auspicato da Alberto Jannuzzelli – presidente di Società Umanitaria e Fondazione Ferri – in apertura dei lavori. Significativo in questo senso è stato l’intervento di Aldo Ceriotti – direttore dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria presso il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) – che ha invitato a riflettere sulla necessità di trovare un modello di alimentazione più sana e di qualità ma al tempo stesso anche meno impattante sull’ambiente. La questione è aperta, le soluzioni possibili sono molte e già al vaglio dei ricercatori: una valida proposta potrebbe per esempio essere la sintetizzazione in vitro della carne, un progetto rivoluzionario ma complesso, come illustrato da Salvatore Ciappellano, docente di Nutrizione Umana all’Università degli Studi di Milano.
Contaminazione
Il secondo concetto chiave è “contaminazione”, perché, come dimostrato dai dati presentati da Roberto Lavarini – docente di Demografia e di Analisi Quantitativa dell’Informazione all’Università IULM di Milano – l’alimentazione del futuro sarà sempre più globalizzata: la contaminazione culturale dovuta ai flussi migratori tipici di quest’epoca si traduce infatti anche (e forse soprattutto) in contaminazione culinaria.
Innovazione
L’utilizzo della tecnologia sarà sempre più esteso (e necessario) nell’alimentazione del futuro e per questo motivo il terzo concetto chiave non può che essere “innovazione”, come testimoniato da Luca Nardi – ricercatore dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) – che ha illustrato il progetto di micro orto modulare in ambiente controllato: una soluzione a elevato contenuto tecnologico, ma estremamente semplice da utilizzare e quindi utile per risolvere le problematiche più svariate, come la necessità di una specifica dieta o l’approvvigionamento da parte delle spedizioni spaziali. Naturalmente, quando si parla di innovazione è importante anche identificarne i limiti, per poterli superare, come riconosciuto da Alessandro Turetta – fondatore di NEXID, azienda operante nel settore IT e digitale – che ha insistito sull’importanza di sviluppare tecnologie vicine alle persone e alle piccole realtà aziendali, non meramente legate alle opportunità di business.
Sostenibilità
Il concetto che forse più ha svolto il ruolo di fil rouge tra i diversi interventi è stato “sostenibilità”. Claudia Sorlini – professore emerito dell’Università degli Studi di Milano – ha infatti evidenziato le contraddizioni di un sistema agricolo e alimentare basato sull’opulenza, al tempo stesso però non accessibile a tutti e non in grado di garantire uno stile di vita sano. Per risolvere tali contraddizioni, oggi il mondo della ricerca sta puntando su risorse alimentari alternative, capaci di fornire nutrienti di qualità a un costo più basso: è il caso per esempio delle farine di insetto, come spiegato da Francesco Gai, ricercatore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, e da Andrea Mascaretti, presidente del Centro per lo Sviluppo Sostenibile, da anni impegnato nella promozione del novel food, gli alimenti “nuovi” rispetto a quelli tradizionalmente intesi. Ma sostenibilità è anche sviluppo di packaging al passo con le reali esigenze dei consumatori e sempre meno incidente sull’ambiente, ha specificato Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio.
Visione politica
Infine, è fondamentale una “visione politica” che consideri più aspetti: la sicurezza, come spiegato da Massimo Artorige Giubilesi, presidente dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari della Lombardia e della Liguria, che ha parlato dei pericoli del terrorismo alimentare; la tutela delle specificità territoriali, tema su cui lavora da anni Daniela Mainini; la corretta e approfondita informazione, come sottolineato dal direttore di CiBi, Paola Chessa Pietroboni.
Anna Francioni