Uno dei galli più conosciuti al mondo è il Gallo Nero del famosissimo vino Chianti Classico, la cui zona geografica di produzione fu indicata da Cosimo III de’ Medici nel 1716. Poi Mussolini nel 1932 l’ampliò tracciando un cerchio sulla carta geografica. Da qui la distinzione tra Chianti Classico, che riunisce oltre 500 soci, e Chianti, che ne riunisce 2.000, capaci nell’insieme di diffondere l’immagine mozzafiato delle Colline del Chianti, una breve catena montuosa di circa 20 km fra le province di Firenze, Siena e Arezzo.
Foto da food.firstonline.info.
Il caratteristico clima e il particolare terreno di questa zona permettono la produzione di un vino di elevata qualità. Tale fama non poteva sfuggire a tanti contraffattori, che cercano di riprodurlo con truffe perpetrate in tutto il mondo. Truffe che colpiscono non solo l’aspetto esteriore delle bottiglie ma anche le denominazioni d’origine e il contenuto. Navigando tra le innumerevoli trappole tese dalla rete (moltissimi sono i siti internet contenenti il riferimento al nome Chianti), si possono trovare il Chianti al mirtillo rosso o, al costo di poche decine di euro, i cosiddetti “wine kit”, preparati chimici in polvere da diluire con acqua da cui “magicamente” si ottiene il Chianti fatto in casa a 1 euro a bottiglia e pronto da bere pochi giorni dopo la preparazione.
E se la cosa in Italia fa inorridire, gli stranieri al contrario sembrano entusiasti.
Il potere evocativo del marchio Chianti spiega inoltre i suoi effetti non solo sulla contraffazione del prodotto in sé ma anche su ciò che gira intorno al suo mondo: si va infatti dai grossi sequestri di Chianti alterato con aggiunta di alcol alla falsificazione del marchio apposto su gadget vari. Recente è il sequestro di migliaia di magliette, grembiuli e magneti con il Gallo Nero fasullo.
Attivi in questo commercio sono prevalentemente gli Stati Uniti, dove è fortemente presente il fenomeno dell’italian sounding; non meno intraprendenti il Regno Unito, mercato principale dei famigerati wine kit, e la Cina, dove però si è riscontrato un elevato successo della funzione di tutela azionata dal Consorzio.
Ma in questi giorni la sorte del Gallo pare destinata a battersi “in famiglia”, perché al Chianti Classico titolare della Gran Selezione si è contrapposta la notizia della nascita della Gran Selezione 2 del Chianti… venti di bufera dunque. Del resto da tempo è nota la storia dei due Galli nel pollaio.
L’ auspicio è che tra i due litiganti i contraffattori non godano troppo.
Daniela Mainini
www.centrostudigrandemilano.org