SIMONA GALIMBERTI

Docente, formatrice, cake designer, blogger. Fin da piccola, “immersa” nel cibo. Dal “Dolce Forno” al blog “Le Torte di Simona”. Simona Galimberti si racconta.

Il Dolce Forno è un gioco in scatola. Riproduceva in miniatura i forni da cucina e funzionava veramente. Per la gioia delle bambine, alle quali era esplicitamente destinato – e forse anche di qualche bambino incurante delle eventuali prese in giro – che aspiravano, in anticipo sui tempi, a diventare pasticciere e cuoche.

 

 

 

Ci diamo del tu?

Si, quando si parla di cibo viene tutto assolutamente naturale. Si crea immediatamente un clima familiare: è il suo superpotere.

 

Raccontaci la tua storia

Nasco come golosa e appassionata. I nonni cucinavano molto ed erano specializzati nel salato. Io ho cominciato con i dolci, volevo crearmi uno spazio neutrale dove differenziarmi e sperimentare senza confronti ea modo mio, il mio motto.

Il Dolce Forno, che mi hanno regalato da bambina, mi aveva entusiasmato: m’intrigava come da una miscela potesse uscire una torta. Cucinavo dolci “a modo mio per tantissime occasioni: per la famiglia, in particolare per papà e sorella, golosissimi, per le feste o le cene da amici. Quando invitavo, non davo l’indirizzo di casa, ma indicavo come punti di riferimento le pasticcerie vicine.

 

Parlaci del sito web regalo della sorella grafica.

Per i trent’anni, me l’ha regalato. Questa è stata la spinta che mi ha dato il coraggio di iniziare. In una settimana ho scelto 5 torte, le ho condivise e ho ottenuto riscontri immediati. Mia sorella non si aspettava che cominciassi subito, perché ero già impegnata in altre attività.

 

Dalla formazione alla nascita del laboratorio, passando attraverso la finanza. 

Ho lavorato per tanti anni nella formazione aziendale, come docente di comunicazione.

Poi, per “spirito di famiglia”, ho seguito il papà nella finanza, ma non era adatta a me; mia sorella lo aveva ben intuito. Quindi, ho aperto un laboratorio di cake design con lei, che è stata una socia perfetta: abbiamo collaborato, in sintonia, per 12 anni, fino al momento in cui abbiamo deciso di chiudere per una concatenazione di eventi sfavorevoli, Covid incluso.

 

Non un epilogo ma una trasformazione: un’evoluzione!

La chiusura mi ha portato a percorrere nuove strade. Ho iniziato a realizzare le ricette, nell’intimità della mia cucina, nel rispetto della tradizione culinaria classica ma in modo personale: appunto “a modo mio”. Aprire le porte del mio spazio preferito ed essere in prima linea mi piace moltissimo e lascia emergere l’aspetto sociale che mi mancava nel laboratorio di pasticceria. Ricevo centinaia di telefonate e messaggi, una condivisione vera di ricette, di immagini. Tutto questo alimenta il mio blog e i canali social, Instagram, TikTok e YouTube.

 

#amodomio è un hashtag che usi di frequente e a cui sembri tenere particolarmente.

Si, rispecchia perfettamente il mio approccio: naturale, schietto, spontaneo, lontano dai sofismi della cucina e dalle mode. Familiare come “il dolce della domenica”.

M’impegno per semplificare al massimo, in termini di numero di ingredienti e preparazioni. Voglio con la leggerezza rompere gli schemi. Una cucina senza tensioni, essenziale anche per gli strumenti usati: tortiere, fruste a mano e frullino elettrico. Semplicità pure nel servizio, con pochi piatti di portata.

 

Non modaiola, ma attenta ai dettagli, perfino nella scelta dei grembiuli che indossi nei video.

L’estetica, l’attenzione e la cura dei particolari sono per me fondamentali.

Mi fa piacere che i miei grembiuli “a gonnellina”, nati per gioco, abbiano attirato l’attenzione, tanto che in molti me li chiedono. Ve ne regalerò uno appena mi arrivano quelli nuovi. Scelgo i tessuti con estrema cura e li faccio confezionare da una sarta. Il prossimo obiettivo è prendere coraggio e farli produrre per commercializzarli.

 

Ti prepari prima le ricette?

In effetti, l’attività preliminare è piuttosto importante, soprattutto all’inizio. Oggi, per realizzare nuove ricette prendo carta e penna e scrivo, sapendo già, per esperienza, come verranno.

 

Qual è il tuo peggior nemico in cucina?

Senza dubbio, il lievito; infatti, suggerisco sempre di pesarlo: se si sbagliano le dosi, l’effetto è un retrogusto amaro che rimane in bocca.

 

Hai scritto un libro.

Si, non poteva che chiamarsi Le Torte di Simona, edito da Carthusia Edizioni. Un lavoro tutto al femminile. Un albo di ricette con 12 tavole per bambini. 12 cavalli di battaglia che mi accompagnano fin da quando era piccola. Un alleato in cucina… anzi 12!!!

 

Prossimi progetti e idee?

In futuro, oltre ai grembiuli, mi piacerebbe realizzare un libro come quello che ho sempre desiderato trovare in libreria: una sorta di diario elaborato negli anni.

Sono pronta ad accettare cambiamenti, data la mia innata curiosità di assaggiare, conoscere le tradizioni gastronomiche e le ricette tipiche, in Italia e fuori. Vedremo cosa accadrà ma, di sicuro, la passione per la cucina non mi abbandonerà mai!

Alessandra Meda

alessandra.meda@cibiexpo.it

 

 

 

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