Non è solo un libro fotografico, e nemmeno un compendio di ricette. Dobbiamo immaginare di prendere un battello in cui la guida (bilingue italiano-inglese, come il volume) ci conduce tra Italia e Svizzera, illustrandoci le caratteristiche di queste perle d’acqua dolce e facendoci assaggiare le specialità locali. Partiamo dal Lago Maggiore, dove l’elegante Stresa, come una dama d’altri tempi, ci accompagna alle isole Borromee, veri e propri gioielli di arte e natura: qui, tra pavoni ed echi wagneriani, ci fermiamo per la prima sosta gastronomica, e assaggiamo i “Filetti di pesce persico alla Borromeo”: un piatto in cui la semplicità della preparazione si unisce alla ricchezza delle materie prime.
Difficile scegliere tra le tante specialità ittiche dei laghi: luccio, lucioperca, lavarello, anguille, trote e alborelle per elencarne solo alcune. Questa ricetta unisce capperi, funghi e limone: un piatto elegante che rende omaggio a lago e montagna.
Dopo una breve sosta al silenzioso Lago di Mergozzo, ci spostiamo sul lungolago di Arona, dominato dalla possente imponenza, in lontananza, della Rocca di Angera. Altrettanto imponente è l’Eremo di Santa Caterina del Sasso, un monastero medievale a strapiombo sulla sponda orientale del lago.
Medievale come il monastero situato sull’Isola di San Giulio, sul Lago d’Orta, dirimpetto al paese che è un piccolo presepe di case e strade acciottolate, molto amato da Nietsche e Balzac. Qui ci concediamo un altro pesce: “Trota salmonata marinata agli agrumi”, dove yogurt bianco e olive taggiasche incontrano cerfoglio, aneto, timo e maggiorana. Verso nord, Cannero, Cannobio ci anticipano l’eleganza e rigore svizzeri di Ascona e Locarno.
Procediamo nella navigazione verso i Laghi di Varese e Comabbio, dove scuole storiche di canottaggio, circoli di vela e piste ciclabili ci offrono un’atmosfera in bilico tra Mediterraneo e Nord Europa. All’interno del vicino Parco Regionale Campo dei Fiori si trova il Sacro Monte del Rosario di Varese, patrimonio Unesco, luogo di fede e di culto mariano. Questa volta decidiamo di bere qualcosa, un “Negroni nostrano” preparato con il liquore alle erbe Charteuse e lo Spitz, prodotto sulla sponda meridionale del Lago Maggiore con la radice di Gentiana Lutea.
Il vicino Lago di Lugano è chiuso fra montagne basse e verdeggianti: saliamo su un piccolo battello che ci scorta alla splendida Villa Fogazzaro Roi, bene FAI dove si respirano atmosfere sognanti e floreali da “piccolo mondo antico”. Assaggiamo un dolce tipico lombardo, specialmente della Valtellina: i “Paradell”, frittelle preparate con mele, pere o uvetta e servite, in questo caso, con mirtilli e gelato al latte di capra. Questo dolce ci anticipa così le bellezze del Lago di Como: scegliamo di fermarci a Bellagio, rinomato luogo di villeggiatura posto proprio dove il lago si dirama nei suoi bracci meridionali e con vista sulle Alpi…
Si potrebbe continuare, assaggiando ravioli ripieni di polenta e formaggio Bettelmatt, o il tapelucco, carne d’asino in umido servita con patate e verza. Entrando in locande walser, provando il lardo alle erbe di Macugnaga, camminando negli splendidi Giardini di Villa Taranto. Infinite navigazioni possibili per infinite suggestioni, sospese in mondi senza tempo fatti di acqua dolce, storia e tradizioni.
Testo di Chiara Caprettini
di S. Mezzanotte, M.C. Castellucci, ed. Sime Books, Palermo 2015