PRODUZIONE DI PROTEINE

Le proteine sono macromolecole la cui presenza, all’interno del nostro organismo, è essenziale per lo svolgimento di tutte le funzioni vitali.

Nel nostro corpo, infatti, sono coinvolte in processi strutturali o di sostegno, di trasporto, di regolazione di innumerevoli reazioni biologiche, ma anche di comunicazione e difesa.

 

 

 

Svolgendo un ruolo così importante, è chiaro che la loro presenza influenza notevolmente il nostro stato di salute. Pertanto, è fortemente consigliato che il loro consumo sia controllato in modo da soddisfare il fabbisogno giornaliero, senza cadere nella tentazione di seguire mode alimentari effimere e pericolose.

È importante sottolineare, tuttavia, che definire la “quantità adeguata” di proteine da assumere con la dieta è piuttosto complicato, poiché dipende da diversi fattori quali età, sesso e attività fisica.

 

Novità e vantaggi 

Le proteine sono presenti in tutti i gruppi alimentari sia di origine animale che vegetale… e non solo! Le nuove biotecnologie stanno spingendo sempre di più, e sempre più insistentemente, verso sistemi di produzione di proteine ecosostenibili. È il caso di Microharvest, una start up tedesca, in grado di produrle grazie ai meccanismi della fermentazione batterica. Ovviamente, per policy aziendale, non ci è dato sapere quali ceppi batterici vengano utilizzati, ma sicuramente la scelta è conseguenza di un’attenta attività di studio e screening preliminare.

Si parte da un concetto basilare: ogni microrganismo svolge in natura una sua funzione specifica, che può esplicare al massimo delle sue potenzialità quando determinate condizioni ambientali reagiscono ed interagiscono tra di loro secondo il principio di interdipendenza.

La fermentazione batterica è un processo metabolico attraverso il quale vengono utilizzate numerose sostanze organiche per produrre energia e sottoprodotti organici di diversa natura in base al microrganismo coinvolto nel processo.

L’idea di Microharvest è innovativa e geniale. Determinati ceppi batterici vengono selezionati da matrici ambientali naturali, quali suolo e acqua, posizionati all’interno di bireattori e semplicemente alimentati con scarti di altre produzioni, soprattutto agricole.

I bireattori vengono, poi, regolarmente controllati al fine di regolare parametri fisici, chimici e biologici alla base delle proliferazione batterica, come apporto e disponibilità di nutrienti, temperatura, acidità e quantità di ossigeno.

Si ottengono, così, in tempi sorprendentemente brevi, grandi quantità di proteine che vengono successivamente purificate e utilizzate.

È stato stimato che Microharvest sia in grado di produrre circa 100 chilogrammi di proteine alimentari alla settimana, numero  destinato ad aumentare.

I vantaggi che ne derivano sono molteplici.

In primis, il consumo di risorse è limitato, ed essendo le materie prime principalmente degli scarti, questo sistema di produzione, oltre ad essere sostenibile, è anche circolare.

L’attività di produzione, inoltre, è del tutto indipendente dai ritmi circadiani e stagionali; quindi, si può svolgere ovunque, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Come biomasse di partenza vengono utilizzate, principalmente, quelle di natura zuccherina, che vengono degradate e fermentate.

Si ottiene, in questo modo, un prodotto contenente, in peso, una percentuale di proteine variabile dal 60 al 70%, che verrà successivamente disidratato e trasformato in una forma caratterizzata da maggiore stabilità.

Se tutto ciò può sembrare vantaggioso, a renderlo ancora di più interessante è il fatto che il meccanismo appena descritto si realizza nell’arco di una sola giornata. Nel giro di 24 ore è possibile estrarre ingredienti proteici di alta qualità che trovano applicazione in diverse aree commerciali.

Se inizialmente il business di Microharvest era destinato al mercato dei mangimi per gli allevamenti e gli animali domestici, ora è mirato a raggiungere anche il settore dell’alimentazione umana.

In un futuro non tanto lontano, si potranno ottenere polveri proteiche edibili anche per noi, a partire da batteri e prodotti di scarto.

A pensarci bene, tutto questo non è poi tanto lontano dalla realtà che attualmente viviamo.

Basti pensare, ad esempio, a tutti quei processi di fermentazione effettuati da microrganismi, in grado di produrre cibi che consumiamo regolarmente come yogurt e formaggi.

Tutto ciò a sottolineare, ancora una volta, che in natura il ruolo dell’infinitamente piccolo è infinitamente grande.

L’attività svolta da Microharvest e da tutte le altre aziende che si adoperano a trovare strategie di produzione più ecosostenibili è semplicemente straordinaria.

Secondo uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Nature, basterebbe sostituire, a livello globale, il 20% delle carne bovina con prodotti derivanti dalla fermentazione batterica per diminuire in maniera significativa l’attività di disboscamento che attanaglia da lunga data il nostro tempo.

Modificare lo stile di vita in modo da renderlo sempre più etico e sostenibile non è un’opera  impossibile e, sicuramente, c’è chi  ci aiuta a farlo.

Marina Greco

marina.greco83@hotmail.com

 

 

 

 

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