Un successo che non accenna a diminuire quello dei probiotici che, comparsi sul mercato una decina di anni fa, sono diventati ormai un’abitudine fissa per moltissimi italiani (circa il 41%). I banchi frigorifero dei supermercati sono infatti zeppi di prodotti arricchiti con fermenti probiotici come yogurt, latti fermentati, creme, formaggi e bevande varie con un’offerta ampia che si allarga ogni giorno di più.
Probiotici, cioè?
Per aiutare a capire meglio che cosa siano questi prodotti e regolarizzarne la loro produzione, l’OMS, la FAO e il nostro Ministero della Salute hanno elaborato delle apposite linee guida, contenenti una definizione chiara e univoca di probiotico: “I probiotici sono microrganismi vivi e vitali che conferiscono benefici alla salute quando vengono consumati, in adeguate quantità, come parte di un alimento o di un integratore”.
Se ne deduce che i probiotici sono dei microrganismi, per la precisione dei batteri, che hanno delle caratteristiche speciali e favorevoli alla nostra salute e che, per considerarsi tali, devono avere alcuni requisisti:
• essere sicuri per l’impiego nell’uomo e non devono essere portatori di antibiotico-resistenze trasmissibili;
• essere in grado di resistere all’attacco degli enzimi digestivi in modo da arrivare vivi e moltiplicarsi nell’intestino;
• essere attivi e vitali a livello intestinale in quantità tale da conferire un vero beneficio di salute.
Una schiera nutrita
Esistono molti batteri con queste caratteristiche: Bifidobacterium bifidus, Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium lactis, Lactobacillus casei e paracasei… e sono tutti parenti stretti dei microrganismi che popolano naturalmente il nostro intestino. Il nostro corpo ospita infatti miliardi e miliardi di batteri, appartenenti a centinaia di generi diversi, che nascono e si sviluppano dentro di noi stratificandosi nella mucosa dell’intestino e svolgendo una quantità di azioni benefiche: potenziano il sistema immunitario, formano una barriera contro lo sviluppo di virus e germi nocivi, ostacolano il passaggio di molte sostanze responsabili di allergie, producono utili vitamine (come la vitamina K e alcune del gruppo B) e degradano anche diversi composti tossici, impedendo che vengano assorbiti. Molti dei microrganismi “probiotici” sono esattamente dello stesso tipo di questi batteri “buoni” che popolano il nostro intestino.
Un buon aiuto
Purtroppo, la nostra microflora intestinale è tanto preziosa quanto delicata, basta infatti una banale cura antibiotica, o semplicemente lo stress o la cattiva alimentazione, per sconvolgerne l’equilibrio e causare la riduzione o la scomparsa dei batteri “buoni”, lasciando campo libero agli agenti infettivi. È proprio in queste occasioni che i batteri probiotici esprimo al meglio le loro prerogative: efficientissimi, una volta arrivati a destinazione nell’intestino, sottraggono il nutrimento ai germi nocivi, prendono il loro posto nella mucosa intestinale, stimolano la produzione di anticorpi, eliminano le tossine, migliorano la digestione.
Un gioco di squadra
I diversi tipi di batteri probiotici, al di là del favorire la salute dell’organismo, presentano ciascuno delle caratteristiche specifiche che li rendono più adatti per alcuni problemi piuttosto che per altri. Molte ricerche sono ancora in atto per mettere bene a fuoco le peculiarità dei diversi probiotici ma, nonostante la maggior parte degli studi sia ancora da completare e necessiti di verifiche, si possono comunque già trarre alcune indicazioni interessanti. Come primo dato importante, si è osservato che la maggior parte dei ceppi batterici, con una dimostrata efficacia probiotica e sicurezza d’uso, appartiene ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium. Puntando quindi su questi generi e studiando alcuni dei probiotici tra i più utilizzati
nell’industria alimentare, ricerche recenti hanno permesso di tracciare un quadro indicativo dei loro diversi effetti:
• il Lactobacillus acidophilus attenua la stitichezza e riduce la presenza degli enzimi fecali che causano gonfiore
• il Lactobacillus casei Shirota è efficace nel bilanciare la microflora intestinale e in generale nella prevenzione dei disturbi dell’intestino. Inoltre stimola la produzione di anticorpi.
• Il Lactobacillus GG agisce positivamente nel trattamento della diarrea virale acuta e della diarrea batterica nei neonati. In più, stabilizza la permeabilità intestinale.
• Il Lactobacillus LCI produce un aumento degli anticorpi e promuove l’equilibrio della microflora intestinale.
• Il Bifidobacterium bifidum, è utile nella prevenzione della diarrea da rotavirus, e contrasta i microrganismi responsabili di stati infiammatori dell’intestino (stitichezza, colon irritabile).
Trattiamoli bene
Appurato che gli alimenti probiotici fanno bene e che vale la pena di inserirli nella lista della spesa, è importante ricordare però di seguire alcune indicazioni fondamentali per mantenere la vitalità dei batteri e assicurare la loro capacità di crescita dopo il consumo:
• conservare i prodotti in frigorifero
• consumarli rapidamente dopo l’acquisto e comunque non superare la data di scadenza
• non utilizzare gli alimenti probiotici come ingredienti di preparazioni da cuocere (es. torte allo yogurt, budini ecc.) perché la cottura distruggerebbe i batteri