Tra i fattori che influenzano i comportamenti alimentari c’è la musica. La tipologia di quella che ascoltiamo durante i pasti influisce sulla loro durata e sulle nostre scelte. Già in passato, alcuni studi avevano evidenziato come molti dei nostri acquisti alimentari fossero influenzati dalla musica trasmessa nei supermercati. Cerchiamo ora di approfondire come le note condizionino gli acquisti e di conseguenza la dieta.
Volume basso e musica soft ci fanno sentire meglio e ci aiutano a ragionare e a prendere decisioni con più calma; cosa che spesso coincide con l’acquisto di cibi più sani. Musiche ritmate e ad alto volume, al contrario, ci agitano e ci confondono, portandoci a fare acquisti azzardati, come il cibo spazzatura.
Uno studio di S.L. Mathiesen, L.A. Mielby, D.V. Byrne & Q. J. Wang, pubblicato nel 2020 su Appetite, testata di fama internazionale, ha dimostrato che un sottofondo musicale può influenzare la durata dei pasti. Sono stati eseguiti 2 esperimenti che hanno coinvolto 97 partecipanti, tra i 18 e i 100 anni, i quali sono stati registrati – senza che ne fossero consapevoli – nell’atto di consumare dei pezzi di cioccolato in condizioni ‘sonore’ differenti: dal silenzio a diversi tipi di musica, con varie velocità melodiche: lento-staccato e veloce-legato (lo staccato e il legato indicano due diverse articolazioni musicali, con o senza pause o silenzi tra le note, ndr).
Questa ricerca ha dimostrato una correlazione tra la durata del pasto e l’ascolto di un brano. La l’arco di tempo del consumo è stato maggiore quando accompagnato dalla musica, rispetto alla condizione di assoluto silenzio; inoltre, a parità di ascolto della stessa composizione con la sola variazione in termini di “lento-staccato” o “veloce-legato”, il risultato è stato una maggiore durata quando l’orecchio ha ascoltato un lento-legato. In altre parole, la musica amplifica il piacere di stare a tavola, aumentando la percezione di sazietà e stimolando la riduzione delle porzioni.
Esiste una correlazione anche tra musica ed esercizio fisico: l’ascolto della musica classica aumenta la resistenza allo sforzo, riduce la frequenza cardiaca, la pressione del sangue, il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, e aiuta a stimolare la corteccia premotoria, quella che controlla l’organizzazione dei movimenti dei muscoli prossimali e del tronco. Tutti fattori decisamente interessanti, che potrebbero essere efficaci anche nell’ottica di diete ipocaloriche.
Vale la pena di provare e inserire alcuni brani dalle lente melodie nelle nostre playlist!
Alessandra Meda