MINUTOLO

Tappa in Puglia per conoscere una nuova storia, un nuovo vitigno, una nuova uva, per tanti possibili vini. I nomi sono diversi: Fiano Minutolo, Fiano Aromatico ma anche Moscatellina, Fianello; vitigno a bacca bianca della Puglia, e più precisamente della Valle d’Itria, si annovera tra i più rari della regione. Molto spesso (come accaduto in altre zone) viene confuso col più noto Fiano di Avellino.

 

 

L’enologo pugliese Lino Carparelli ne è riconosciuto il padre, per averlo riscoperto ma anche per avergli dato un nome e aver così sgombrato il campo da confusione e incertezze. Nasce il Minutolo; siamo nel 2000 a Locorotondo (Bari), e le successive analisi svolte in collaborazione con il CRSA Basile Caramia di Locorotondo sanciranno che l’uva Minutolo non ha nulla a che fare con il noto Fiano di Avellino e altri campani di nome simile.

È inserito ufficialmente nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 2011 ed è atto alla produzione di diverse IGT della Puglia.

Abbiamo chiesto di accompagnarci alla scoperta del Minutolo a Marco Ludovico, dell’omonima azienda agricola. Figlio d’arte, laureato in viticoltura ed enologia, ha voluto tracciare una strada personale con una sua visione del vino; artigianale, per dirla con le sue parole.

 

In materia di vitigni rari la letteratura è sempre scarsa. Proviamo a conoscere il Minutolo più da vicino.

Partiamo dicendo che è un’uva aromatica, parente della famiglia dei Moscati, imparentato anche con lo Zibibbo o Moscato d’Alessandria; e in effetti sono molto simili.

Il Minutolo nasce in Valle d’Itria, precisamente a Locorotondo. Era molto utilizzato negli anni Sessanta e Settanta, ma è un’uva che produce poco; le sue rese sono particolarmente basse. Per questo fu abbandonato a partire dagli anni Settanta. Nell’era del boom economico si espiantavano i vitigni coltivati ad alberello per sostituirli con quelli a tendone e avere così maggior produzione. Al posto del Minutolo venivano piantati altri vitigni come la Verdeca o il Bianco d’Alessano, molto più produttivi e quindi in grado di garantire un maggior guadagno. Considerate che, soprattutto in quell’epoca, in Puglia molti non sono vinificatori ma produttori di uva e che il loro unico interesse è vendere e vendere il più possibile. E laddove la qualità non è giustamente retribuita occorre la quantità. Quando poi si comprende che la quantità non è più pagata, perché in qualche modo il mercato si satura, allora si cambia rotta ed è lì che si riscoprono i vitigni autoctoni.

La nuova vita di questo è arrivata con l’enologo Lino Carpanelli, che ne è stato effettivamente padre e ne ha inventato il nome, Minutolo. Da qui si interrompe finalmente anche la confusione con i vari Fiano.

 

Un nome di fantasia oppure ci sono delle ragioni?

La ragione è legata al grappolo, anche se possiamo dire che dipende molto dal clone, ma in generale si tratta di un graspo abbastanza piccolo per questo si chiama Minutolo.

 

Quanto è diffuso il Minutolo oggi?

Attualmente è sparso praticamente in tutta la Puglia, anche se la Valle d’Itria rimane la zona di elezione. Io, per esempio, mi trovo fuori zona, a Mottola. Su questo posso aggiungere una cosa particolare. Per questioni legate al disciplinare, il nome Minutolo si può usare in etichetta solo se il vino rientra nella IGP Valle d’Itria. Per  il Minutolo coltivato in altre zone, non è possibile indicarlo in etichetta ma si deve usare un nome cosiddetto di fantasia e poi si può scrivere più piccolo: “vino ottenuto da uve Minutolo”. Anche se si tratta di una vinificazione in purezza.

Per fare un esempio più celebre, è un po’ come se il Nebbiolo prodotto a Barolo si potesse chiamare Nebbiolo e quello prodotto ad Alba no.

 

Matin è un 100% Minutolo, ma è una versione rifermentata. Forse l’unica in commercio. Una scelta singolare.

Il Minutolo ha varie declinazioni che dipendono molto dal terreno dove è piantato.

Nel mio caso, si trova in un terreno molto povero, calcareo. L’uva sviluppa molta acidità e questo mi da la possibilità di sfruttarlo bene nella versione rifermentato.

Ma tengo a precisare che lo stesso vitigno piantato per esempio in Salento, per la diversità di terreno ma anche di clima, perché qui abbiamo escursioni termiche importanti tra il giorno e la notte, avrà un profilo organolettico completamente diverso.

 

Veniamo al vino.

I profumi sono assimilabili a quelli del Moscato, molto floreali soprattutto e poi fruttati, una frutta a polpa gialla come la pesca. Come dicevo prima, però ogni vino varia davvero tanto a seconda del terroir. Per esempio, nel mio caso abbiamo una bella spalla acida, elevata freschezza, e non utilizzando lieviti selezionati tutti i profumi sono molto fini.

 

Consigliamo un abbinamento tipico per questo Minuto rifermentato.

Direi delle fave fritte o delle mozzarelline artigianali, fresche. Ma, in generale, si accosta bene con fritti e frittelle, aperitivi, formaggi freschi, pesce.

Elisa Alciati

elisa.alciati@cibiexpo.it

 

 

I nomi sono diversi: Fiano Minutolo, Fiano Aromatico ma anche Moscatellina, Fianello; vitigno a bacca bianca della Puglia, e più precisamente della Valle d’Itria, si annovera tra i più rari della regione.

 

 

 

 

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