La domanda alla quale nello scorso numero non avevamo risposto in modo esauriente è questa: i minerali e i sali minerali sono la stessa cosa? La risposta è no. I primi, cioè i minerali, sono elementi chimici, solidi, che troviamo in natura, soprattutto nelle rocce, mentre i secondi, i sali minerali, rappresentano una sorta di combinazione di più minerali.
Alcuni minerali infatti, quando sono sotto forma di ioni (positivi o negativi), hanno la capacità di combinarsi con ioni diversi dando origine ai sali. Un esempio chiarificatore è il nostro sale da cucina, costituito quasi esclusivamente da cloruro di sodio o NaCl (somma dello ione positivo del sodio Na+ e dello ione negativo del cloro Cl-).
L’organismo umano non è in grado di assimilare né i minerali né i relativi sali né tanto meno è capace di sintetizzarli autonomamente. Necessitiamo di introdurli in soluzione. Ecco perché un sale come il cloruro di sodio lo assorbiamo disciolto in acqua, mentre un minerale come lo zolfo viene assimilato all’interno degli amminoacidi cisteina e metionina presenti soprattutto nelle proteine animali. Il cobalto si trova come costituente della vitamina B12 e, pur presente solo in tracce nell’organismo, è essenziale per il funzionamento delle cellule.
In ambito nutrizionale occorre quindi fare attenzione al termine utilizzato e a cosa ci stiamo riferendo: se al minerale (puro elemento chimico) necessario al nostro organismo come componente molecolare o allo ione che in questo caso andrà assimilato sotto forma di sale.
La differenza non è di poco conto, in quanto ci sono circostanze nei quali uno dei due è tossico mentre l’altro svolge una funzione importante. È il caso del ferro che come molecola ferro è tossica, mentre come ione ferro legandosi all’emoglobina rende possibile il trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti.
Continuando la panoramica avviata nello scorso articolo sui principali minerali e sali minerali presenti nel corpo umano e sulle loro funzioni, citiamo altri due macroelementi di grande importanza biologica:
– Il magnesio. è cofattore di numerosi enzimi e interviene, come tale, nel metabolismo energetico per la produzione di energia. Collabora attivamente nella biosintesi di proteine, lipidi e acidi nucleici (DNA e RNA). È fondamentale per la funzionalità del miocardio e nella regolazione del battito cardiaco. Presenta inoltre effetto sedativo sul sistema nervoso e rilassante a livello muscolare (ecco perché viene consigliato quando si è stressati o in caso di crampi e dolori mestruali). A livello osseo regola l’equilibrio minerale e riduce l’intolleranza al glucosio e la resistenza all’insulina.
Lo troviamo presente in alimenti quali la crusca, i cereali integrali, la frutta secca, il lievito di birra, vegetali a foglia verde, le uova, i legumi, il cioccolato, e altri ancora. L’RDA raccomandata è di 240 mg/gg.
La carenza non è frequente, in quanto lo si rintraccia in quasi tutti gli alimenti; tuttavia può capitare in caso di dieta ad alto contenuto di fibre (e quindi di fitati) o di calcio, che ne riducono la biodisponibilità, oppure a causa dell’utilizzo di farmaci che ne limitano l’assorbimento o ne aumentano l’eliminazione.
Anche la cottura ne diminuisce la biodisponibilità. I sintomi da carenza di magnesio sono ansia, stanchezza, emicrania, insonnia, crampi muscolari, sindrome premestruale, insulino-resistenza, aritmie cardiache.
– Il fosforo. I sali di fosforo fanno parte, insieme al calcio, della struttura mineralizzata ossea e dei denti. È altresì un importante componente delle principali molecole energetiche, delle membrane delle nostre cellule ed è coinvolto in importantissime reazioni enzimatiche metaboliche. In tal modo, garantisce quindi il buon funzionamento del sistema nervoso, dei muscoli e la produzione di energia.
Le principali fonti alimentari in cui possiamo trovarlo sono latte e derivati, frutta secca, cereali, uova e alimenti proteici in generale, quali carni e pesce. L’RDA raccomandata è di 700 mg/gg. Anche in questo caso una carenza è rara in quanto è presente in molti alimenti. Una sua eventuale insufficienza può causare il rachitismo nel bambino o l’osteomalacia nell’adulto e sintomi quali astenia, dolori muscolari e ossei, aritmie cardiache e sintomi neurologici.
Cause di malassorbimento possono essere legate a una dieta carente, all’uso di alcol, di farmaci oppure all’assunzione di dosi elevate di calcio, ferro e magnesio che ne riducono fortemente l’assorbimento intestinale. Al contrario, un eccesso di fosforo, seppur raro, può causare calcificazioni nei tessuti molli (come il rene) o peggio nelle arterie, causando un rischio cardiovascolare.
Nel prossimo articolo parleremo dei criteri di assunzione dei sali minerali e ci soffermeremo su alcuni oligoelementi di grande rilevanza per l’equilibrio del nostro organismo.
Andrea Fossati
ed Elisabetta Amoruso