Un cibo importante, la manna: un alimento storico, simbolico, di sostanza, possiamo dire, divina. La biblica “manna dal cielo” fa riferimento, nel libro dell’Esodo, al lungo tempo di nomadismo del popolo ebraico nel deserto, in fuga dalla schiavitù imposta dal faraone egizio Ramses II. Quella pioggia nutritiva, che Dio aveva annunciato con la promessa fatta a Mosè, tenne in vita per ben quarant’anni gli esiliati e fu l’unico loro cibo.
Soggetto piuttosto raro nelle arti figurative, la “Manna che scende dal cielo” è espressione del mistero del cibo di provenienza celeste che, smaterializzato, si fa tramite comunicativo tra Dio e l’uomo. Le Sacre Scritture raccontano questo alimento dolce che si scioglie al sole, si deteriora presto, ha un sapore di pan di miele, una qualità nutritiva mistica, capace di connettere al divino e, stando al libro della Sapienza, muta sapore a seconda della persona che lo consuma.
Ci sono riferimenti anche nel Nuovo Testamento e in alcuni testi islamici. L’espressione man hu, “Che cos’è questo?”, significa “questo è un regalo!” e rappresenta lo stupore degli ebrei e l’incapacità di coglierne la portata. La manna dunque ancora oggi va considerata nel suo aspetto sapienziale, nel suo essere un cibo portatore di prosperità, pur nella parsimonia.
Ma come si presenta e come si usa? In gran parte è destinata alla trasformazione: leggere e spugnose, quasi insapori, le stalattiti di manna sono un dolcificante naturale a bassissimo contenuto di glucosio e fruttosio. In Italia viene prodotta esclusivamente in Sicilia nei territori di Castelbuono, Pollina (dove si può visitare il Museo della Manna), Cefalù e circondario; il terreno dedicato a questa coltura non supera i 3.200 ettari.
Deriva dall’albero del frassino, che, inciso (utilizzando il “cutièddu â manna”), fa colare, attraverso piccoli fili di cotone attaccati dai frassinicoltori, dei filamenti di resina violetta, che al contatto con l’aria e il sole si solidificano, creando stalattiti biancastre. Presidio Slow Food, la raccolta della manna è sottoposta a un disciplinare per garantirne qualità e provenienza.
Vanta innumerevoli proprietà benefiche anche in campo farmacologico e cosmetico (si dice perfetta per attenuare le rughe). Gli usi in cucina sono svariati. Come il pane dolce, dolcificato proprio con la manna e da preparare con farina, acqua, olio, latte e lievito: una torta semplicissima ma in grado di concentrare in sé millenni di storia e affascinanti tradizioni.
Chiara Caprettini
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