Con l’avvento delle tecnologia e soprattutto dei social media, anche il mondo del lavoro è estremamente cambiato. Di fatto, nuove professioni mai sentite prima come il social media manager o il digital marketer sono fiorite sullo scenario occupazionale italiano e non.
Altre persone invece hanno semplicemente trasformato la loro passione per il cibo, la fotografia e il raccontare in un lavoro. E’ il caso dei food blogger, ovvero tutte quelle persone che a vario titolo (alcuni semplicemente personale) decidono di raccontare esperienze culinarie, piatti o luoghi che li hanno colpiti, realizzazioni personali attraverso un blog (una sorta di diario online) o attraverso i social media (per lo più la piattaforma Instagram).
Al di là di ogni possibile polemica legata ai loro guadagni (diremmo assolutamente inutile), è necessario soffermarsi sul fatto che, come per altre tipologie di lavori, anche i food blogger avevano necessità di un ente che in qualche modo li consigliasse e tutelasse. Così nel 2016 è nata l’Associazione Italiana Food Blogger (AIFB), associazione senza scopo di lucro creata da un gruppo di blogger e al servizio dei blogger.
Per loro stessa affermazione, l’Associazione si pone come obiettivo quello di “di far crescere la consapevolezza del ruolo dei food blogger nella sfera della comunicazione agroalimentare, attraverso la conoscenza, la valorizzazione, la promozione e la protezione del nostro prezioso patrimonio culturale”.
Proprio per questo l’Associazione mette in campo tutta una serie di iniziative quali visite didattiche, workshop, eventi mirati, corsi, opportunità di interazione con associazioni di categoria e interazione con altri food blogger italiani ed esteri, ma soprattutto raduni. Gli eventi più importanti dell’associazione permettono così agli associati di conoscere realtà ed eccellenze della penisola.
In sintesi, una attività interessante quella promossa dall’AIFB che punta al riconoscimento del food blogger come figura lavorativa qualificata e fondamentale all’interno del mondo della comunicazione attuale, dove i social media la fanno pressoché da padroni.
Gabriele Gatti