“La cucina è una bricconcella; …quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.”
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, opera conosciuta con il nome del suo autore Pellegrino Artusi (1820-1911 gastronomo, scrittore e critico letterario) è il manifesto della Cucina Italiana.
È, indiscutibilmente, l’emblema dell’arte culinaria moderna e ne costituisce le fondamenta.
Considerata un’opera di rilievo, molto più di un semplice ricettario, ha segnato la storia dell’identità gastronomica del nostro Paese. Fonte di ispirazione per generazioni di grandi chef e non solo, ancora oggi è un punto di riferimento insostituibile. È interessante anche sotto il profilo linguistico, perché ha contribuito alla diffusione dell’italiano nella penisola.
Potenza narrativa, stile acuto, ironico e brillante sono elementi che caratterizzano il manuale. Nel testo emergono, intrecciandosi, valori come: identità, tradizione, territorio, agricoltura, ambiente, zootecnia e biodiversità.
Il volume ha un forte e indissolubile legame con gli italiani, tanto da essere considerato un “must have”, qualcosa che non si può non avere. L’opera ha venduto oltre un milione di copie. È stata pubblicata per la prima volta nel 1891 e, in seguito, periodicamente aggiornata; oggi conta 111 edizioni.
Rieditata, copiata e tradotta in francese, in inglese, olandese, portoghese, spagnolo, tedesco, polacco, russo, giapponese, adesso “parla” anche cinese. Questa versione del volume di Pellegrino Artusi è stata presentata il 17 novembre 2023 presso l’Ambasciata d’Italia a Pechino durante la VIII Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. Un’impresa titanica iniziata nel 2021, realizzata dall’editore cinese Hunan Fine Arts Publishing House, con il contributo di AIFE/Filiera Italiana Foraggi e della Fondazione Casa Artusi. Inoltre, ci sono state le collaborazioni della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Forlimpopoli, città natale di Artusi, dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino. La presentazione di un grande classico nazionale dall’intramontabile successo apprezzato in tutto il mondo è un forte motivo di orgoglio. “Lo sbarco in Cina” ha rappresentato una straordinaria opportunità di valorizzazione del nostro patrimonio gastronomico e culturale. Ha anche reso possibile uno scambio e un confronto con l’enorme ricchezza e tradizione della cultura cinese. Un’ulteriore conferma che sancisce la rilevanza “indiscussa” dell’agroalimentare italiano nel mondo.
Alessandra Meda