In Natura il concetto di rifiuto non esiste. Tutto ciò che termina il proprio ciclo di vita viene assorbito dall’ambiente e rimesso in circolo. L’uomo invece scarta e quindi gli obiettivi dovrebbero essere: far durare il più a lungo possibile ciò che usiamo e in seguito valorizzare quello che scartiamo riutilizzando tutti i materiali che possono essere riciclati con la raccolta differenziata. Oggi è infatti questo l’unico modo sostenibile per smaltire i rifiuti ed è un’attività in forte evoluzione.
Agli inizi del ‘900 per le strade di Milano lavoravano i “ruèe”, personaggi caratteristici che si occupavano della raccolta dei rifiuti nei cortili delle abitazioni, raggiungendo le case al mattino presto con i carretti a mano o trainati da un asino. Il loro nome derivava da “ruera”, ossia spazzatura. Ebbero vita breve e nel 1929 vennero sostituiti. I comuni assegnarono infatti il servizio alla S.P.A.I. (Servizi Pubblici Anonima Italiana): i rifiuti venivano trasportati su un carro nel quartiere generale dell’azienda, dove erano differenziati a mano dagli operatori. Dal 1985 Milano avvia il piano di raccolta differenziata: si inizia con il vetro, poi con la carta, i rifiuti pericolosi e infine la plastica, grazie alla nascita di AMSA (Azienda Milanese Servizi Ambientali). Solo nel 1995 questa modalità di raccolta diventa obbligatoria, iniziando a promuovere un sistema porta a porta. Nei condomini ci sono i contenitori per plastica e metallo, umido, carta e vetro.
Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la regione Lombardia è passata dal 2013 con circa 2.447.927,05 tonnellate di rifiuti differenziati (53,3%) al 2017 con 3.262.666,57 tonnellate (69,6%).
Non esiste un vademecum generale a cui attenersi per la raccolta differenziata. Le regole variano da comune a comune.
Dov’è che devo buttare?
Chissà quante volte ce lo siamo chiesti, con in mano un sacchetto di patatine appena terminato, un cartone della pizza, un contenitore di tetrapak, pannolini, capsule del caffè, mozziconi e tanto altro.
Il buon senso aiuta, ma alle volte può trarre in inganno anche gli spiriti più green, col rischio di vanificare tutti gli sforzi di una buona differenziata.
Per questo bisogna attenersi seriamente alle regole – linee guida sui prodotti e indicazioni del comune di appartenenza – evitando le approssimazioni.
- Mozziconi nell’umido? Mai e poi Mai! I mozziconi delle sigarette vanno nell’indifferenziata, sacco trasparente neutro. Lo stesso vale per i sigari e, pur trattandosi di tutt’altro materiale, per le gomme da masticare: sempre nell’indifferenziata.
- Cartone della pizza? Se è senza residui di cibo, si può buttare nei cassonetti per la raccolta di carta e cartone. Se invece è unto con residui di cibo, va spezzettato e gettato nell’umido.
- Tetrapak? I contenitori di tetrapak, che ci aiutano a conservare cibi e bevande sia fuori che dentro il frigo, sono composti di carta, alluminio e polietilene cioè plastica. Ciò nonostante, oggi è possibile riciclare le loro parti in maniera tutto sommato semplice: nella maggior parte dei casi basta sciacquarli, pressarli e gettarli nella carta (ovviamente separando il tappo di plastica).
- Il Pannolino? No, non concima! C’è chi associa in buona fede il contenuto dei pannolini dei propri figli alla raccolta dell’organico. Peccato! Per quanto composti da materiali biodegradabili, i pannolini non si possono smaltire allo stesso modo dei vegetali, dei cibi e degli altri prodotti organici. Lo stesso vale per gli assorbenti, i cerotti, le garze, i batuffoli di cotone e i cotton fioc.
- Capsule del caffe? Se gettate intere, vanno nell’indifferenziata, ma possono essere smembrate nelle loro componenti, variabili da marca a marca: caffè (nell’umido), alluminio e plastica.
- Varianti della plastica. Sacchetti di patatine, salatini e simili: si tratta di poliaccoppiati plastica/alluminio e c’è quindi chi li fa finire assieme all’alluminio. Se hanno invece una percentuale più alta di plastica, vanno riciclati come tali, assieme a bottiglie, involucri e pellicole trasparenti di vario tipo (quelli della carta igienica, per esempio, o del bancone dei cibi freschi al supermercato), retine per frutta e verdura.
- Etichette? Vanno sempre tolte dalle confezioni di qualsiasi genere e smaltite nell’indifferenziata; lo stesso vale per gli scontrini, che non sono riciclabili perché stampati su carta termica.
- Imballaggi di polistirolo? Si buttano nel contenitore per la raccolta differenziata della plastica.
- Lattine e altri oggetti di scarto in alluminio? Lattine per bevande, scatolette (del tonno, dei pelati, del cibo per animali e così via), bombolette spray, tubetti, vaschette per alimenti– se prodotti in alluminio – a Milano si buttano nel cassonetto della plastica. Sono esclusi i fogli di alluminio che si usano per ricoprire gli alimenti.
Per concludere: non sai dove buttare qualcosa e non vuoi fare errori? Per questo l’AMSA ha creato la sezione “Dove lo butto?” sul sito ufficiale www.amsa.it.
Giovanni Romano