È stata definitivamente approvata dall’Unione europea la nuova PAC (Politica Agricola Comune) italiana. Che compiti hanno, per esempio, i medici veterinari?
L’UE ha richiesto ai singoli Stati nazionali di prevedere azioni che mettano al centro della prossima programmazione agricola interventi per garantire: un reddito e la sicurezza dei lavoratori del comparto; prodotti di qualità e salubri per i consumatori; una maggiore attenzione ai cambiamenti climatici; un aumento della presenza di giovani e donne all’interno del mondo agricolo. Inoltre, ha promosso una sanità One Health (salute globale), dove ogni settore è impegnato nella salvaguardia della salute dei cittadini. I medici veterinari, in particolare, giocano un ruolo fondamentale nel controllo dell’igiene degli alimenti e nel contrasto al grave tema dell’antimicrobico-resistenza a livello umano. Le direttive europee che riguardano sanità e agricoltura stanno investendo sulla prevenzione della contaminazione da batteri o virus e sull’analisi dei residui di medicinali o fitofarmaci in cibi e bevande. L’Italia si è dotata per prima in Europa della Ricetta Veterinaria Elettronica per tracciare l’uso dei farmaci sia negli animali da reddito sia in quelli da compagnia. Questo intervento permette di conoscere il reale consumo di medicinali veterinari, la loro categoria e il quantitativo per specie di animali. È un notevole passo in avanti per poter intervenire con eventuali riduzioni, se necessarie.
Aggiungo che la Ricetta Elettronica è considerata un intervento sanitario ma ha un legame molto stretto con la politica agricola. Infatti, nella nuova PAC sono previste penalizzazioni per chi non riduce il consumo di farmaci. Resta il grosso problema degli animali da compagnia e dell’autogestione della loro medicalizzazione, ma il settore zootecnico si è voluto dotare di strumenti per migliorare le proprie produzioni in qualità, sanità e sicurezza per il consumatore.
ClassyFarm
È un sistema integrato, creato per poter suddividere gli allevamenti in categorie in base al rischio. Si tratta di un’innovazione tutta italiana, che favorisce la collaborazione tra gli allevatori e l’autorità competente per elevare il livello di sicurezza e qualità dei prodotti della filiera agroalimentare, a disposizione di medici veterinari ufficiali, medici veterinari aziendali (privati) e allevatori. La piattaforma Classyfarm è stata istituita proprio nell’ottica di prevenire e contrastare la diffusione di malattie infettive o di rischi per la salute dei cittadini. È uno strumento che verrà implementato con i dati aziendali che possono aiutare a comprendere la reale situazione sanitaria degli allevamenti e a cogliere se, e quando, si entra in una zona di rischio. In questi ultimi anni, le richieste e la sensibilità dei cittadini sono profondamente cambiate, e in termine di benessere animale sono stati sviluppati interventi per attivare una zootecnia sempre più etica e sostenibile.
Anche l’attenzione alla salute negli allevamenti rientra tra i parametri sotto osservazione per la PAC, ma i nostri ormai sono da anni impegnati in ricerche che hanno l’obiettivo di trovare condizioni ottimali per gli animali. Gli studi che vengono fatti aiutano a modificare la gestione, gli spazi, l’alimentazione, per ottenere il massimo del benessere.
I cittadini molto spesso non seguono i temi agricoli: non sono a conoscenza di queste forme di programmazione settennale della PAC, ignorano gli interventi della Direzione Generale per la Salute e la sicurezza alimentare, anche se hanno una ricaduta diretta sulla qualità dei cibi che mangiamo e sugli aspetti ambientali che ci circondano. Per questo, sarebbe bene informarsi.
L’applicazione della PAC passa anche dal ruolo da protagoniste che svolgono le singole regioni e dalla possibilità che gli interventi dei loro Piani di Sviluppo riescano a dare per garantire un’agricoltura che raggiunga gli obiettivi previsti. Mi sembra importante che si prevedano misure che vadano sempre più nell’ottica di realizzare un sostegno a miglioramenti aziendali volti a privilegiare obiettivi ambientali e climatici. Un approccio innovativo deve prevedere quale sia il vero LCA (Life Cycle Assessment, Analisi del ciclo di vita) delle produzioni agricole, perché solo facendo le corrette valutazioni si possono mettere in atto interventi che migliorano la qualità dell’aria, dell’acqua e del terreno. Il grosso rischio è inseguire mode o schemi preconfezionati che il più delle volte rischiano di peggiorare la situazione.
Infine, l’aumento dell’attenzione per animali come api o insetti può aiutare nella sorveglianza e prevenzione di problematiche ambientali. Per questo, sia i veterinari pubblici dipendenti sia i liberi professionisti contribuiscono alla realizzazione del progetto One Health.
I prossimi anni saranno caratterizzati da più sfide per i nostri allevamenti e la nostra agricoltura: la capacità di realizzare la rete di sorveglianza epidemiologica, il controllo dei farmaci, la sostenibilità ambientale e il benessere animale consentirà di avere una marcia in più in termini di qualità del cibo e salubrità.
Paolo Cova