Aveva solo 22 anni quando nel 2107 la rivista americana Forbes l’ha segnalata tra i “30 under 30” più promettenti al mondo: di strada, nel mondo della cucina, ne aveva infatti già percorsa molta. Ma Isabella ha fatto ancora tanto altro, senza però mai perdere di vista la sua amata Puglia. Quello che colpisce, quando la si incontra per la prima volta, è il sorriso: cordiale e dolce, ma al tempo stesso timido, come se non fosse abituata a stare sotto ai riflettori.
Invece, nonostante non abbia neppure ancora 25 anni, la giovane chef del Bros’ Restaurant di Lecce è da tempo un nome e un volto noto, in Italia e non solo. Oltre alla menzione di Forbes, nel 2018 ha infatti ricevuto il premio The Best Chef Awards come talento emergente, insieme a Floriano Pellegrino – suo collega e compagno – con il quale ha anche ottenuto nel 2019 una stella Michelin. Inoltre, ha preso parte a diversi programmi TV dedicati alla cucina ed è testimonial di marchi importanti.
Com’è incominciato tutto?
Ho iniziato da piccolissima ad appassionarmi al cibo perché mi piaceva mangiare. A un certo punto mi sono trovata a dover cucinare da sola e quindi mi divertivo a sperimentare. Poi mi sono iscritta alla scuola alberghiera; ero la prima della famiglia a fare questo tipo di scelta. Ma io non avevo dubbi: era quella la scuola che volevo! Non provengo da una famiglia di cuochi, ma sono stata fortunata perché, pur non essendo del mestiere, i miei genitori mi hanno comunque sempre dato appoggio. Subito dopo aver terminato l’alberghiero ho incontrato Floriano Pellegrino e con lui ho iniziato a fare esperienze all’estero. Poi siamo tornati a casa e nel dicembre 2015 abbiamo iniziato l’avventura del ristorante Bros’.
Floriano Pellegrino e Isabella Potì, davanti al Bros’ Restaurant.
Origini pugliesi, esperienze internazionali, mamma polacca… come convive questo mix nel suo modo di cucinare?
Credo che alla fine tutto si basi sulle persone e la loro personalità. Per quanto riguarda me, sono cresciuta a Lecce, mi sento salentina, la mia cucina è salentina. Ho però la fortuna di aver sviluppato un palato allenato ad assaporare, un fatto che mi aiuta soprattutto quando lavoro alla creazione dei piatti insieme a Floriano: lui ha un approccio totalizzante alla cucina salentina, mentre io ho gusti leggermente diversi e posso aggiungere un tocco insolito.
La sua specialità è la pasticceria…
Ho sempre adorato la pasticceria, anche perché sono golosa, ma in realtà ora non mi occupo solo di quello. Ammetto che fare dolci mi rilassa, richiede tranquillità e tempo, è quasi terapeutico. Ma in generale preferisco essere un cuoco a tutto tondo, polivalente.
Ascoltandola sia ha l’impressione che per lei la cucina sia divertimento, o sbaglio?
No, è vero, io mi diverto moltissimo a cucinare, ma penso che sia così per ogni cuoco, altrimenti sarebbe impossibile resistere così tante ore al giorno tra i fornelli.
Siete due cuochi in famiglia: a casa cucinate?
Cucino solo io, quando ci siamo: il martedì e il mercoledì sono i nostri giorni liberi e allora cucino, perché mi diverte sempre.
A casa ne approfitta per sperimentare nuove creazioni da proporre al ristorante?
No, no, casa e lavoro sono assolutamente separati. Faccio tutt’altri piatti, anche quando cucino per gli amici. È una regola che ci siamo dati con Floriano: mai parlare di lavoro quando siamo fuori. Condividere vita privata e professionale non è facile, ma noi stiamo trovando i nostri spazi, riusciamo abbastanza a staccare.
Com’è Isabella Potì quando non cucina?
Amo ascoltare musica e ho una grande passione per il mondo della natura e, in particolare, per gli animali. Da poco ho incominciato a praticare equitazione. Ho degli amici vicino a casa che hanno aperto un circolo ippico: cavalcare era un mio sogno, ma non ne avevo mai avuto l’opportunità. Ora abbiamo un po’ più di tempo, ho provato e mi piace moltissimo.
Ci sono progetti che ha particolarmente a cuore? Prevede ancora una presenza in TV?
Un progetto che Floriano e io avevamo da tempo era ingrandirci e trovare un posto che potesse accoglierci ancora meglio: l’abbiamo realizzato con Roots (la trattoria aperta lo scorso maggio a Scorrano, località nel leccese di cui è originario Floriano Pellegrino, ndr). Per quanto riguarda la TV, non si sa mai, ci sono tante idee: se ci fosse la proposta giusta, sì.
Quale consiglio darebbe a una ragazza o a un ragazzo che vogliono fare i cuochi?
È sicuramente importante trovare la propria identità e mantenerla. Poi si deve possedere dedizione e tenere come punto fermo il lavoro. Perché per fare questo mestiere bisogna lavorare tanto ed essere disposti a tutto, ci vuole molto impegno.
Sono importanti le esperienze all’estero?
Credo che il viaggio aiuti a trovare un’identità, perché uno realizza quello che c’è fuori e definisce in questo modo cosa significhi essere se stessi, con il proprio gusto, i propri obiettivi. Quando sono andata all’estero (a Londra, in Spagna, a Copenaghen e a Mentone, ndr), ho capito meglio che cosa avrei voluto fare una volta tornata a casa. Perché ho sempre saputo che sarei stata in Puglia.
Come si vede tra 15-20 anni?
Con qualche ruga, ma sempre a Lecce, soprattutto a Scorrano.
Anna Francioni