Visto il crescente interesse in merito all’utilizzo degli integratori alimentari, per alcuni numeri di CiBi cercheremo di chiarire i vari aspetti legati al loro utilizzo.
Innanzitutto è importante definire cosa si intende con il termine integratori. Secondo la normativa italiana ed europea, gli integratori alimentari sono “prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.
Sottolineiamo che, come dice il nome stesso, si tratta di elementi destinati a integrare la nostra alimentazione o a sopperirne eventuali carenze: non sono sostituti degli alimenti e infatti i produttori sono tenuti a segnalare in etichetta che l’integratore non va inteso come sostitutivo della dieta.
Tuttavia, possono essere un valido aiuto sia in una dieta equilibrata sia come un contributo preventivo, a fronte di carenze (patologie, malnutrizione o insufficienze specifiche della persona).
Farmaci e integratori
Un altro elemento caratterizzante è che gli integratori rientrano tra i cosiddetti “alimenti per gruppi specifici” (quali, per esempio, per celiaci, diabetici, infanti, ecc…) e, in quanto tali, svolgono una funzione nutritiva o volta a coadiuvare funzioni fisiologiche, ma non hanno alcuna proprietà curativa o terapeutica, altrimenti si tratterebbe di farmaci.
Quali sono le differenze tra le due categorie? Innanzitutto i farmaci per legge presentano “proprietà curative o profilattiche per le patologie umane” e, a tal fine, devono garantire una certa efficacia, testata attraverso studi clinici e verificata dall’autorità regolatoria. Infatti, la procedura per la messa in commercio di un farmaco è molto articolata.
Al contrario, un integratore, avendo solo proprietà nutritive e fisiologiche, non necessita di essere efficace, ma deve soltanto garantire la qualità del processo produttivo.
Inoltre, solitamente un farmaco cura determinati sintomi e ha bersagli ben definiti, mentre un integratore non è quasi mai specifico: il primo affronta malattie croniche e acute, il secondo ha la sola funzione di ripristino e integrazione di alcuni nutrienti.
Quindi, attenzione a non confonderli, soprattutto a fronte di messaggi pubblicitari fuorvianti diffusi da alcune aziende produttrici. Chiedetevi di cosa ha realmente bisogno il vostro organismo e scegliete di conseguenza!
Andrea Fossati ed Elisabetta Amoruso
www.centroemmea.it