IL LATTE DA LABORATORIO

È stato pubblicato uno studio sulla produzione in laboratorio di un latte con caratteristiche simili a quello animale. Il latte è usatissimo nella vita di tutti i giorni e indispensabile per i neonati. Per poter soddisfare la richiesta quotidiana, necessitiamo di un gran numero di animali: una criticità che alcuni scienziati hanno proposto di affrontare producendo il latte in laboratorio.

 

 

 

 

Remilk è una delle prime aziende che, ispirandosi a valori di ecosostenibilità, sta portando a termine il progetto. Si tratta di una startup, con sede a Tel Aviv, fondata nel 2019 da Aviv Wolff, CEO e Ori Cohavi, CTO, nata con lo scopo di reinventare la filiera del latte e di creare migliori prodotti lattiero-caseari, salvaguardando il bestiame e lo stesso pianeta, come recita il loro slogan: “Better for Humans, for Cows (mucche, ndr) and for our Planet”.

 

“L’oro bianco viene realizzato attraverso un processo brevettato, denominato “fermentazione microbica”, mediante il quale si riescono a ricreare tutte le caratteristiche del latte. Le proteine sono prodotte da particolari batteri in un serbatoio-caseificio. Dopo 2 o 3 giorni, i microbi, nutriti da molecole di zucchero, si moltiplicano e, grazie a una sola colonia, si creano centinaia di migliaia di litri.

 

Alla fine del processo si ottiene un latte funzionalmente identico a quello tradizionale in termini proteici e di sapore, più sano e più sicuro, all’interno del quale non sono presenti colesterolo, lattosio, antibiotici e ormoni della crescita. Più sostenibile, considerando che per la produzione di latte vaccino si affrontano importanti investimenti per l’allevamento del bestiame, si producono rilevanti quantità di gas serra e si deve smaltire il letame.

 

La produzione di 1 solo litro di latte richiede 1000 litri d’acqua; quella dell’“oro bianco” solo il 10% di acqua. Remilk ha raccolto oltre 9 milioni di euro, grazie al fondo di rischio Fresh.Fund, la partecipazione di OurCrowd, CPT Capital e ProVeg e i contributi di produttori come Hochland, Tnuva e Tempo. I fondi serviranno a incrementare produttività e distribuzione per soddisfare la domanda globale.

 

I prodotti sono ancora in fase di applicazione e in attesa di essere approvati da Stati Uniti e UE. È necessario, inoltre, un ulteriore studio che confermi la conformità per la nostra alimentazione e un abbassamento del prezzo, così da avere più appeal commerciale.  Produrre latte “alla vecchia maniera” diventerà un ricordo del passato? Lo scopriremo nel prossimo futuro.

 

Alessandra Meda

alessandra.meda@cibiexpo.it

 

 

 

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