IL FUTURO NEL PIOPPO

Ricordo che da bambino avevo una personale credenza riguardo ai pioppeti che vedevo scorrere dal finestrino dell’auto, con quei filari dalle perfette geometrie che parevano scomporsi e ricomporsi come soldati a una parata militare. Mi ero convinto si trattasse di piccole e ordinatissime foreste moderne, ovvero della versione razionalizzata di quelle tradizionali, piuttosto disordinate.

 

 

 

Una fantasia che mi è tornata alla mente oggi che si sta rivalutando la pioppicoltura, in funzione della rapidissima crescita, delle elevate proprietà meccaniche e insieme dell’omogeneità e lavorabilità del suo legno. È un materiale ottimo per packaging ecocompatibili, e recenti studi hanno comprovato le capacità depurative delle sue radici: c’è chi l’ha già battezzato “albero mangia-plastica”.

 

Il Protocollo di Kyoto del 1997, trattato internazionale per la riduzione della CO2 atmosferica, aveva esplicitamente riconosciuto il ruolo ambientale positivo delle foreste e delle coltivazioni legnose, con particolare riguardo per quelle a rapido accrescimento. Una ricerca italiana appena pubblicata ha dimostrato che il pioppo della specie Populus alba Villafranca riuscirebbe perfino a eliminare gli ftalati presenti nel terreno grazie alle sue radici in grado di assorbire e immagazzinare queste sostanze.

 

 

In concorrenza alla plastica, dallo scaffale alla tavola

 

Il pioppo offre anche valide alternative all’utilizzo di materie plastiche, come la possibilità di ottenere imballaggi alimentari biodegradabili ed ecocompatibili lungo tutta la filiera di produzione, in puro pioppo. A questo proposito, un accordo stretto di recente tra FederBio e FederlegnoArredo punta a incentivare le coltivazioni biologiche di pioppi per utilizzarne il legno proprio nella produzione di imballaggi per i prodotti biologici.

 

 

Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, ha dichiarato il suo ottimismo verso l’accordo soprattutto in funzione della procedura di certificazione biologica di questo tipo di coltivazione, mentre Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, ha posto l’accento sull’opportunità di investire in materiali sempre più ecologici per garantire il futuro del settore.

 

Gli imballaggi (soprattutto alimentari) rappresentano una grande porzione dei rifiuti urbani, un problema da risolvere in fretta. Qualche soluzione potrebbe arrivare anche dalle nostre piccole e ordinatissime foreste moderne.

 

Alessandro Caviglione

alessandro.caviglione@cibiexpo.it

 

 

 

 

 

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