La legge n. 206, entrata in vigore nel gennaio 2024, è intitolata “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy”.
Una novità è il Contrassegno per il Made in Italy che, emanati i decreti di attuazione, le aziende potranno adottare su base volontaria per attestare ufficialmente l’origine italiana delle merci prodotte nel Paese. È da precisare però che esiste già una normativa europea e nazionale – la cui violazione viene punita anche penalmente – che disciplina i casi in cui è possibile utilizzare lecitamente la dicitura “Made in Italy”.
Avrebbe forse avuto più senso intervenire a livello europeo sui principi che regolano l’attribuzione dell’origine, per evitare che determinati alimenti siano dichiarati “italiani” solo perché in Italia avviene l’ultima lavorazione, a prescindere dalla provenienza delle materie prime.
Apprezzabile appare invece l’utilizzo della Blockchain nel settore agroalimentare quale tecnologia innovativa utile per la tracciabilità e la valorizzazione della filiera, poiché fornisce affidabili (e non modificabili) informazioni ai consumatori.
Sul piano repressivo, positiva risulta la modifica al reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, disponendo la nuova legge anche la punizione della detenzione precedente la commercializzazione.
Sono state altresì inasprite le sanzioni pecuniarie nei confronti degli acquirenti di merci contraffatte, inasprimento che potrà rivelarsi un efficace strumento di contrasto allo smercio di falsi, dissuadendo il consumatore dall’acquisto.
Altra rilevante modifica è l’inserimento del reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari tra quelli di competenza della Direzione distrettuale antimafia, al fine di concentrare a livello distrettuale le indagini relative a tale tipologia di reati compiuti in forma associativa, in considerazione del coinvolgimento della criminalità organizzata nei reati che interessano il settore.
Nell’ottica di rafforzare gli strumenti di contrasto è prevista la specializzazione dei magistrati in materia di proprietà industriale e intellettuale in sede civile e penale.
Al di là dei provvedimenti normativi legiferati dai diversi schieramenti politici nel corso degli anni, difendere il Made in Italy significa preservare l’integrità dell’economia italiana, le cui produzioni di eccellenza, il patrimonio e le radici culturali, rappresentano elementi da custodire gelosamente e da trasmettere alle future generazioni.
Daniela Mainini
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