IL CAPITONE

Si narra abbia avuto un importante estimatore in Federico II di Svevia  che lo volle come piatto forte in occasione di pantagruelici pranzi ufficiali.

 

 

Il capitone è un pesce dotato di scheletro privo di cartilagine, costituito esclusivamente da matrice ossea, appartenente alla famiglia delle Anguillidae, la cui biologia risulta essere ancora oggi avvolta da un velo di mistero.

Presenta un corpo allungato, serpentiforme, con la pinna dorsale meno sviluppata rispetto a quella anale, gli occhi piccoli e la mandibola più sporgente della mascella.

Il capitone, in realtà, non è altro che l’esemplare femmina dell’anguilla. Femmina che ha dimensioni di gran lunga superiori rispetto al maschio, raggiungendo e anche superando i 3 kg di peso e un metro e mezzo di lunghezza. Il maschio, invece, solitamente non è più di 200 g di peso e i 60 cm di lunghezza.

Le anguille adulte vivono in svariati ambienti di acqua salata, salmastra e dolce.

Durante il periodo riproduttivo, effettuano una lunga e difficile migrazione per raggiungere l’Oceano Atlantico, più precisamente il Mar dei Sargassi, loro luogo di nascita.

Nella stagione autunnale, gli individui sessualmente maturi (detti “anguille argentine”) abbandonano le acque interne e raggiungono il mare.

Tra questi, quelli che, a causa di insidie naturali o antropiche, rimangono isolati e non riescono a raggiungere l’ambiente marino, si accrescono senza riprodursi. Sono proprio questi individui a essere chiamati capitoni.

Dal punto di vista nutrizionale, il capitone è considerato un “pesce grasso”, caratterizzato cioè da un elevato contenuto lipidico. Le sue carni contengono acidi grassi monoinsaturi, omega 3, vitamine (A, D, E), proteine, ma anche un elevato contenuto di colesterolo.

È per tale ragione che, nonostante i benefici che questa specie ittica può apportare alla salute umana, è consigliabile un consumo moderato.

Al forno, fritta, in umido, alla brace: sono tantissime le ricette, differenti – e tipiche – a  seconda delle diverse regioni italiane.

Tra mito e leggenda, tradizione e scaramanzia, il capitone resta l’emblema delle credenze popolari a tavola. Il suo consumo tra Natale e Capodanno è considerato, sin dall’antichità, un vero e proprio rito propiziatorio, in grado di allontanare il male e garantire un nuovo anno sereno e proficuo.

Probabilmente ciò è dovuto alla somiglianza che questo pesce ha con il serpente, simbolo di sapere ma anche di malvagità. Mangiarlo, quindi, sarebbe un modo per esorcizzare il male ed enfatizzare la vittoria della luce sulle tenebre.

Marina Greco

marina.greco83@hotmail.com

 

 

 

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