IL BERGAMOTTO DI CALABRIA

Nessuno ne conosce le origini. Secondo alcuni sarebbero cinesi, secondo altri greche o spagnole e taluni, infine, affermano che fu Cristoforo Colombo a portarlo in Italia.

La sua apparizione in Calabria si ebbe dopo il 1300, mentre la piantagione più antica di cui si ha notizia risale al 1750, nella zona di Reggio.

 

 

 

La fama del bergamotto fuori dai nostri confini nazionali inizia nel 1700 grazie all’italiano Gianpaolo Feminis che a Colonia, dove era emigrato, inventò l’acqua mirabilis, a base di olio ottenuto dalla pressatura della scorza del frutto. Fu la prima acqua di toilette oggi conosciuta come “acqua di Colonia” grazie al nipote di Feminis, Giovanni Antonio Farina, che portò avanti l’attività dello zio.

Ben presto, l’essenza del bergamotto divenne l’ingrediente fondamentale (e lo è tuttora) dei profumi più prestigiosi, usati dall’aristocrazia e dall’alta borghesia, e della cosmetica. A quell’epoca, la domanda di olio essenziale di Bergamotto di Reggio Calabria divenne così elevata da superare l’offerta, per cui la coltivazione in quell’area fu intensificata notevolmente.

Attualmente, sono circa 1.500 gli ettari delle 3 diverse varietà – Femminello, Castagnaro e Fantastico – coltivati nella costa jonica, esattamente da Reggio Calabria a Monasterace, in cui si trova il 90% della produzione mondiale che negli ultimi 15 anni è aumentata del 3%, vista la crescente richiesta di bergamotto in molteplici ambiti produttivi che spaziano dalla cucina ai profumi, dalla cosmetica al settore farmaceutico, grazie alle proprietà antibatteriche, antisettiche e antimicotiche.

Nel 2001 l’UE ha conferito la DOP al “Bergamotto di Reggio Calabria – olio essenziale”, il cui disciplinare regola la coltivazione del frutto, le lavorazioni per l’estrazione dell’olio essenziale e la commercializzazione.

Solo il bergamotto della zona calabra viene utilizzato per le produzioni di eccellenza e, se si considera che per un chilo della sua essenza occorrono 200 kg di frutti, è facile immaginare come anche il nostro prezioso agrume sia oggetto di attività illecite quali falsificazioni e alterazioni come il taglio con sostanze meno pregiate e meno costose, tipo i distillati di arancia amara o le miscele di terpeni naturali (costituenti principali delle resine di molte piante) e sintetici. Talvolta si è giunti a creare l’essenza di bergamotto con prodotti chimici di sintesi e l’aggiunta di clorofilla.

È opportuno dunque diffidare dei prezzi troppo bassi e rivolgersi a canali di vendita affidabili.

Daniela Mainini

info@anticontraffazione.org

www.centrostudigrandemilano.org

 

 

 

 

 

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