Ice Cup è un bicchiere monouso commercializzato dalla Ice Cube, azienda leader in Italia nel settore del ghiaccio alimentare con sede a Termini Imerese, in provincia di Palermo. Il bicchiere viene fornito alle attività commerciali già pieno di ghiaccio ottenuto da sorgenti a basso contenuto di minerali del Parco delle Madonie in Sicilia. I vantaggi? Per il consumatore, un drink con ghiaccio microbiologicamente puro e dal sapore neutro; per l’esercente, la praticità di un packaging sicuro destinato all’asporto e consegna a domicilio.
L’idea, ci spiega Emanuela Capitanio dell’ufficio stampa Ice Cube, nasce dalla necessità di adattarsi ai tempi e di venire incontro alle esigenze degli operatori commerciali. In questa fase di ripartenza dopo il periodo di lockdown, ci si aspetta un notevole incremento per i servizi di delivery e take-away nel settore della ristorazione, e con Ice Cup viene proposto un packaging per bevande pratico e sicuro, che risponda alle nuove esigenze del settore.
Perché sicuro?
Il ghiaccio di Ice Cup proviene da sorgenti a basso residuo fisso, così da non alterare le proprietà organolettiche quando inizia il suo processo di fusione all’interno della bevanda; e, in più, in modo che non ci sia rilascio di alcuna sostanza corruttrice del sapore originale. Ma, soprattutto, Ice Cup vuole offrire un’alternativa – con purezza microbiologica garantita – al ghiaccio prodotto da bar e ristoranti, purtroppo non sempre in condizioni perfette.
I rischi di contaminazione da funghi e batteri delle macchine del ghiaccio sono infatti frequente oggetto di ricerca universitaria e d’inchieste giornalistiche; lo studio più recente risale al 2018, quando il team dell’ospedale universitario di Cleveland in Ohio, guidato dal professor Anubhav Kanwar, ha prelevato campioni da 64 macchine per il ghiaccio in 5 ospedali e 2 RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali, ndr). Sui distributori analizzati hanno rilevato contaminazioni batteriche e da Candida nel 100% delle bacinelle di drenaggio, nel 52% delle bocchette da cui fuoriesce il ghiaccio e nel 72% delle griglie delle bacinelle di drenaggio.
Va detto che le macchine del ghiaccio di bar, ristoranti e fast food non sono necessariamente una fonte di contaminazione, a patto però di operazioni di pulizia periodiche e regolari che in alcuni casi possono richiedere l’opera di tecnici specializzati con costi non indifferenti.
Alessandro Caviglione
alessandro.caviglione@cibiexpo.it