I FANTASTICI CONFETTI

Qualche tempo fa, passando da un’antica drogheria di un piccolo centro lombardo, mi capitò di vedere, sul ripiano di una bella credenza in legno, tre contenitori di vetro vecchio stile, che ricordavano i negozi di molti anni orsono, pieni di confetti bianchi, rosa e azzurri. Incuriosito, entrai e ne acquistai una piccola campionatura. Li assaggiai a casa e rimasi stupito dalla loro bontà e dalla perfetta consistenza che mettevano in luce la giusta copertura zuccherina e, soprattutto, la grande qualità delle mandorle contenute, intere e morbide al punto giusto.

 

 

 

 

Curioso e goloso come sono, decisi di tornare alla drogheria e feci una piccola intervista alla proprietaria, che mi rivelò di acquistare da sempre i confetti da una famosa fabbrica di Sulmona, a suo dire la migliore del mondo, e che le mandorle contenute erano rigorosamente quelle di Avola. Tutto ciò mi ha portato a raccontarvi dei confetti.

 

La loro storia è antica. Sull’origine c’è addirittura chi ha affermato che se ne conoscesse l’uso già al tempo dei Sumeri. Ho qualche dubbio che le cose siano andate in questo modo; i confetti sono legati, indissolubilmente, allo zucchero e quindi, se ne vogliamo parlare seriamente, dobbiamo risalire alle origini dei primi zuccherifici, sia di canna sia, in seguito, di barbabietole.

 

Seguendo alcuni riferimenti storici attendibili, tuttavia, vi sono tracce precedenti all’utilizzo di zucchero, secondo le quali, già prima del Mille, in Arabia, si producevano dei “similconfetti”, con mandorle ricoperte di miele. Ciò che non è mai mutato nel tempo è il significato che i confetti rappresentano, vale a dire, doni speciali per occasioni speciali, prima fra tutte il matrimonio, durante il quale gli sposi offrono i confetti ai convenuti con formule diverse secondo la loro importanza, specialmente per quanto riguarda i contenitori, semplici per tutti gli invitati e molto preziosi per i testimoni di nozze.

 

Tornando alla storia che li riguarda, i componenti essenziali dei confetti sono mandorle e zucchero; per incontrare la prima produzione di zucchero di canna, bisogna risalire al periodo successivo alla scoperta dell’America, attraverso l’esperienza spagnola, mentre per lo zucchero di barbabietola europeo bisognerà attendere almeno altri tre secoli con le prime fabbriche in Prussia, ma con il primo zuccherificio vero e proprio nello Stato Pontificio. Si può dire che la coltivazione della barbabietola nostrana iniziò con l’unità d’Italia.

 

Nel nostro Paese l’arte confettiera era praticata da molto tempo, probabilmente per l’eccezionale qualità delle mandorle, specialmente quelle siciliane di Avola, della varietà “Pizzuta”, un primato rimasto immutato.

 

 

 

 

I confetti di Sulmona

 

Questa bella e storica città, in provincia dell’Aquila, è considerata da sempre la vera capitale del confetto di qualità; è qui che, nel 1783, fu fondata e prese avvio la fabbrica di confetti Pelino, che divenne nel tempo, e lo è ancora oggi, un punto di riferimento per l’Italia e per il mondo. La Famiglia Pelino, dal fondatore Mario fino all’ultima generazione, ha mantenuto intatto il livello qualitativo della produzione, con assoluta mancanza di farine e amidi, a garanzia dei celiaci. Accanto allo stabilimento attuale, c’è la vecchia e storica sede, ora celebrato museo, che mostra le più antiche attrezzature e tutta la storia del confetto.

 

 

Il colore dei confetti

 

Sono diversi i significati che i colori dei confetti trasmettono, anche se, restando sul classico, il bianco è ampiamente il più diffuso; e, infatti, bianchi sono i confetti per simboleggiare il matrimonio ma anche le cerimonie “secondarie”, dedicate ai più piccoli, come la Prima Comunione e la Cresima. Vi sono poi confetti argentati per le nozze d’argento (25 anni) e dorati per quelle d’oro (50 anni).

 

Ne esistono altri ancora: come il rosa e l’azzurro per festeggiare le nascite, rispettivamente di femmine o maschi, verdi per le feste di fidanzamento, rossi per le feste di laurea e persino gialli per i 18 anni. Non ci sono confetti senza le cosiddette “bomboniere”, i loro contenitori che variano in preziosità secondo i destinatari, e ciò vale per tutte le occasioni descritte.

 

 

La bomboniera

 

Fece la sua comparsa già verso la metà del 1600 in Francia ed era destinata a ospitare i “bon bon” intesi come piccoli dolci. Di solito, in quel tempo, i cavalieri le inviavano alle dame amate o a quelle cui aspiravano. Questi speciali contenitori erano preparati da gioiellieri che ne facevano minuti capolavori. Anche i contenuti variavano poiché, molto spesso, insieme ai bon bon, il cavaliere inseriva un piccolo ma preziosissimo gioiello.

 

Con l’avvento delle confetterie, le bomboniere divennero i contenitori ufficiali di confetti. La fantasia fece il resto e quindi, specialmente per i matrimoni, i confetti furono inseriti negli involucri più svariati, dal semplice fagottino di velo, chiuso da un nastrino, ai piccoli bouquet a forma di fiori nei quali ogni petalo è un confetto, fino alle splendide bomboniere, mitiche quelle di Limoges, per i testimoni.

 

Toni Sàrcina

altopalato@altopalato.it

www.altopalato.it

 

 

 

 

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