GLI INGEGNERI SI OCCUPERANNO ANCHE DI CIBO

È in partenza al Politecnico di Milano il nuovo corso di laurea magistrale in Food Engineering, realizzato in collaborazione con le più importanti aziende del settore.
Il nuovo corso è stato presentato in giugno a Milano. «L’idea», dice Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, «ha preso forma per innovare un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, in cui la tecnologia riveste ormai un ruolo chiave. Pensiamo a temi come l’agricoltura di precisione, la tracciabilità dei prodotti, la sicurezza alimentare, la logistica e il controllo dell’intera filiera: in questi ambiti servono e serviranno sempre più professionisti capaci di operare con competenze non solo tecniche e gestionali, ma anche chimiche e agroalimentari.»

 

 

Il Politecnico di Milano, in piazza Leonardo da Vinci. Le lezioni del nuovo corso di laurea si terranno sia qui che nella sede di Milano Bovisa.

 

 

Un’alleanza tra accademia e impresa

 

Il Politecnico risponde alle nuove esigenze con un inedito percorso di laurea, messo a punto con 7 importanti imprese del settore: Esselunga, Goglio (packaging), Granarolo, Nestlé, Number1 (operatore logistico), Unilever Italia (multinazionale titolare di 400 marchi), Unitec (macchine per la lavorazione dell’orto frutta).

 

Il corso, attivo già dall’anno accademico 2019-2020, è aperto a laureati in possesso di laurea triennale e sarà in lingua inglese.  Il Food Engineer sarà un professionista in grado di inserirsi in diverse realtà, non solo produttive ma anche di distribuzione, oltre che in amministrazioni pubbliche a livello nazionale ed europeo.

 

Secondo Maurizio Masi, Direttore del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano: «La proposta risponde alle richieste di innovazione provenienti dal mondo delle imprese e alla necessità di potenziamento di un settore sempre più strategico per l’Italia. Utilizzando le proprie conoscenze tecniche, il nostro laureato avrà una visione dell’intera catena, con una solida preparazione metodologica, una formazione interdisciplinare e una visione di sistema strategica.»

 

 

 

 

Aggiunge Gianpiero Calzolari, Presidente della Granarolo: «Ogni giorno i nostri camion prelevano il latte dai circa 700 allevatori in tutta Italia e lo portano nei nostri 14 stabilimenti, per poi consegnare il prodotto lavorato ai punti vendita. Questo richiede grande attività di programmazione e anche innovazione tecnica, che permetta di ottimizzare i processi. È importante anche capire quale sia la domanda dei consumatori e adeguarci alle tendenze. Tutto questo richiede diversi tipi di competenze e di conseguenza la formazione è fondamentale.»

 

La redazione

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