FILARE, TESSERE, COLORARE, CREARE

Tarzan e Jane possono abbandonare le loro striminzite pelli di leopardo: oggi dalle foreste viene una nuova moda, ecologica e sostenibile. Più in dettaglio, i filati si ricavano da cipressi, funghi, sugheri, eucalipti e faggi, mentre le tinture per vestiti e accessori si ottengono da scarti agricoli come le foglie di carciofo bianco, le tuniche delle cipolle ramate, le scorze di melograno o i ricci di castagno.

 

 

Donne in Campo Cia-Agricoltori Italiani e ISPRA hanno curato il volume “Filare, tessere, colorare, creare. Storie di sostenibilità, passione ed eccellenza”, che racconta protagonisti e buone pratiche del green che aiuta l’ambiente.

 

 

Sono processi virtuosi di un comparto green con tanti casi di eccellenza – metodi di produzione sostenibili, uso di tinture che sprecano meno acqua e rifiuti utilizzati come materia prima – studiati e promossi dall’associazione Donne in Campo Cia-Agricoltori Italiani e dall’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nella convinzione che sia indispensabile costruire nuovi sistemi di produzione a minore impatto ambientale.

 

Oggi per realizzare una maglietta in modo tradizionale occorrono in media 2.700 litri d’acqua, si generano elevate emissioni di CO2 e si utilizzano fibre e coloranti di sintesi (che potrebbero anche essere responsabili di molte dermatiti allergiche da contatto).

Forse non ce lo possiamo più permettere. Ne sono già consapevoli in tanti se è vero che il 55% degli italiani sarebbe disposto a pagare di più per capi di abbigliamento eco-friendly (amici dell’ambiente, ndr).

 

 

Meglio riciclare che buttareessenziale sperimentare

 

Economia circolare e innovazione sono i principali ingredienti della sostenibilità del sistema agroalimentare. Ricicla per esempio il Consorzio biellese che raccoglie gli scarti di lana grezza degli allevamenti ovini italiani e converte un rifiuto, costoso da smaltire, in filati di pregio.  Altro caso virtuoso: partendo dagli scarti del carciofo bianco di Pertosa, una varietà a rischio di estinzione, presidio Slow Food, si sono creati tre colori naturali – Oro Mida, Verde Pertosa e Bruno Terre di Auletta – utilizzati per la tintura di materiali tessili diversi (lana, seta, lino, canapa).

 

Per inciso, l’Italia è uno dei Paesi con maggior densità di startup Agrifood sostenibili. Si va dal recupero di antichi filati, come il lino autoctono con le sue lavorazioni tradizionali riscoperto da un’archeologa tessitrice dell’Aquilano, agli allevamenti di animali forestieri come lama e alpaca. L’allevamento umbro, uno dei primi, oggi ha costruito una filiera completa dell’agro-tessile: allevamento, tosatura, cardatura, filatura, confezionamento di capi pregiati.

 

Paola Chessa Pietroboni

direzione@cibiexpo.it

                                                                                                                                               

 

 

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