Sono a San Casciano Val Di Pesa, a due passi da Firenze, nel cuore del Chianti Classico, per incontrare un amico, Duccio Corsini, aristocratico di alta nobiltà che, da molti anni, si dedica personalmente alla realizzazione di prodotti di assoluta eccellenza, provenienti dalle terre di famiglia. Un principe tra vigne e olivi.
“Villa Le Corti” è un grandioso palazzo rinascimentale, con due caratteristiche torri sulla facciata, residenza di Duccio Corsini, erede della storica dinastia dei Principi Corsini, il quale, dal 1992, abita qui con la sua famiglia che, purtroppo, quasi quattro anni orsono è stata colpita da una grave sventura per la perdita improvvisa di Filippo, figlio primogenito, a Londra mentre, in bicicletta, si recava all’università. Proprio Filippo aveva iniziato un grande progetto sui vini che Duccio sta portando avanti in suo nome, con la moglie Clotilde.
Ecco Duccio, come sempre affabile e sorridente. A una tavola della sua “osteria”, con pane e prosciutto toscano e un ottimo vino di casa, iniziamo la nostra conversazione.
Caro Duccio riesci, per quanto possibile, a farmi una sintesi della vostra enorme storia familiare, magari con i punti storici più importanti?
Certo, inizio da Andrea Corsini (1302-1374), vescovo di Fiesole che, nel 1629, salì agli onori degli altari come Sant’Andrea. Il cardinale Pietro Corsini (XIV secolo-1405), che seguì Urbano V nell’esilio di Avignone, ebbe grande rinomanza per aver favorito il ritorno del pontefice a Roma.
Nel 1730, Lorenzo Corsini (1652-1740), dopo quattro mesi di Conclave, fu eletto papa, a 78 anni, con il nome di Clemente XII. Regnò per dieci anni risanando le finanze vaticane e fondò i Musei Capitolini. Fu inoltre il committente della Fontana di Trevi, delle nuove facciate di San Giovanni in Laterano, di Santa Maria Maggiore, del Palazzo della Consulta, dei porti di Anzio, Ravenna e Ancona.
Agli inizi del Novecento, Tommaso Corsini (1835-1919), deputato del Regno d’Italia, senatore a vita e appassionato archeologo sulle proprie terre, portò alla luce la preziosa spilla etrusca nota come “fibula Corsini”. Generosamente cedette allo Stato italiano il Palazzo della Lungara a Roma, promuovendo, nello stesso palazzo, l’Accademia dei Lincei.
Mi dici qualcosa di questo magnifico palazzo?
Appartiene alla mia famiglia dal 1427 ma è solo tra il 1604 e il 1614 che fu trasformato nella maestosa forma rinascimentale, rimasta invariata fino a oggi, anche se, come sai, questi palazzi necessitano di restauri perenni. Tra le cose interessanti che siamo riusciti a conservare ci sono, per esempio, le singolari porte fuori squadra che, grazie a un particolare meccanismo, è sufficiente toccare perché si chiudano perfettamente e ciò per la necessità di non disperdere calore. Da segnalare, inoltre, il grande albero genealogico dei Corsini che inizia dal XII secolo, esposto in quella che, un tempo, era la sala da ballo.
E le cantine?
Sono su tre livelli, sotto la casa e parte del giardino; mostrano la splendida architettura secentesca e così l’orciaia, nella quale l’olio è contenuto negli antichi e storici orci di terracotta. Sia la cantina sia l’orciaia, per il loro valore storico, sono state dichiarate patrimonio nazionale. Dietro alle cantine è posto il “negozio”, con vista sulle vigne e sugli uliveti. Qui gli appassionati di vino e olio possono acquistare i prodotti nel luogo di origine risparmiando inoltre denaro.
Ora entriamo nel settore “vini”; che estensione ha la tua azienda?
Prima di tutto devo dire che le aziende sono due: una, la “Fattoria Le Corti” qui a San Casciano, estesa per circa 250 ettari, e l’altra, “Tenuta Marsiliana” in Maremma, di 2800 ettari.
I tuoi vini sono molto rinomati e conosciuti in tutto il mondo come sinonimo di qualità; qual è il tuo segreto?
Grazie a collaboratori di alto valore professionale e tecnico, cerco di realizzare vini eleganti, di alta qualità, nei quali la raffinatezza vince sull’eccesso di struttura, capaci di sedurre in maniera indiretta, come un paesaggio, un incontro tra due persone che usano tutte le sfumature del linguaggio. Vini che invitano alla buona tavola, alla compagnia. Per descrivere i vini prodotti, posso dire, con un’allegoria pittorica, che in Chianti lavoriamo con una tavolozza di pochi colori dove, ovviamente, predomina il Sangiovese. Un capitolo a parte merita(no) l’Olio Extravergine d’oliva e il DOP Olio Extravergine biologico che ci danno grandi soddisfazioni.
E ora, “dulcis in fundo”, mi dici qualcosa di questo splendido progetto di Filippo, chiamato “FICO”?
Filippo aveva un sogno, quello di produrre vino nell’assoluto rispetto dell’ambiente; dopo un anno vissuto in varie parti del mondo, tornato a casa, mi ha coinvolto e ora stiamo già vedendo i primi risultati che sono lusinghieri. In definitiva, non solo vino ma un prodotto capace di assecondare i cicli biologici della vite e della natura, divenendo una vera e nuova filosofia di vita.
Toni Sàrcina