Il problema del distanziamento sociale sulle spiagge italiane è un tema attualissimo. Affrontarlo con un occhio alla tutela dell’ambiente è possibile. La gestione della fase post-emergenza Covid-19 rappresenta una sfida globale. Dalla ristorazione all’agroalimentare, dalle imprese agli artigiani e ai commercianti, tutti si sono dovuti attrezzare per seguire le indicazioni del Governo in materia di distanziamento sociale (e non solo). Un settore essenziale come il turismo, il quale dà un contributo del 13,2% al PIL italiano, rischia di essere duramente colpito dalla necessità di far rispettare le distanze.
Chi avrà la fortuna di andare in vacanza al mare, dovrà ben tenere a mente che tra un ombrellone e l’altro la distanza fissata per legge è di un metro e mezzo (alcuni riportano addirittura due metri). Ci immaginiamo gli ingegneri da spiaggia con la loro bindella a “disegnare” il perimetro della propria postazione. Il tuffo al cuore è immediato.
Allora come fare? Ci viene in soccorso l’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Un’équipe guidata da Sergio Cappucci e da Carla Creo (con la collaborazione di Eco Fibra Technology, azienda alla quale è stato ceduto il brevetto) ha creato dei separé ecosostenibili, la cui imbottitura è formata dalle foglie di Posidonia oceanica. Alti 120 cm e larghi 200 cm, separeranno gli ombrelloni e creeranno percorsi di accesso al mare negli stabilimenti balneari che li adotteranno.
Particolarità e vantaggi
La Posidonia oceanica è una pianta che in età mesozoica si è trasferita in mare. Nel periodo primaverile perde le foglie, che occupano in modo ingente i litorali, soprattutto in Sicilia e Sardegna. Erroneamente, molti stabilimenti le rimuovono, ma il loro ruolo in natura è fondamentale: tutelano le spiagge dalla sempre più veloce erosione degli arenili. Inserirle in queste imbottiture permette di spostarle (secondo quanto previsto dalla circolare del Ministero dell’Ambiente) durante la stagione estiva e, successivamente, di ridare loro la giusta collocazione in riva al mare.
Grazie a questi separé sarà possibile attuare il distanziamento. Ma i vantaggi vanno ben oltre: pensiamo al risparmio sui costi relativi all’eventuale smaltimento della pianta e a tutto il bene che il nostro sistema ecologico e marino trarrà dalla loro conservazione. Non possiamo che augurarci che questo cambio di marcia rappresenti l’inizio di una trasformazione culturale la cui meta sia la sostenibilità ambientale.
Gabriele Gatti