DIETA DA ATLETA E PECCATI DI GOLA

Se siete appassionati di atletica, la conoscete sicuramente perché Antonietta Di Martino è la regina italiana del salto in alto. Ai Campionati del mondo di atletica leggera di Ōsaka del 2007 ha vinto la medaglia d’argento con il nuovo primato italiano di 2,03 m, che nemmeno Sara Simeoni, medaglia d’oro alle XXII Olimpiadi di Mosca nel 1980, aveva mai superato. È stata medaglia di bronzo ai Campionati del mondo di atletica leggera di Daegu 2011 (in Corea del Sud), dove ha saltato 2,00 m e poi nel 2012 ha guadagnato la medaglia d’argento ai Mondiali indoor di Istanbul superando l’asticella posta a 1,95 m.  «Tra un impegno e l’altro anch’io faccio una vita normale – scherza Antonietta – e mangio bene, seguendo una dieta equilibrata dettata non solo dalle mie esigenze agonistiche, ma anche dal fatto che ho problemi di digestione. Per esempio – spiega la campionessa – mangio rarissimamente fritture, soffritti, cibi molto elaborati e con molti grassi, così come anche le spezie».

 

 

 

 

Dieta, allenamenti…                                                                                                                                              

 

La spesa la fa quasi sempre lei, al supermercato, calibrando gli acquisti in base ai suoi impegni. «Se faccio solo un allenamento di pomeriggio intorno alle 14,30-15, elimino il pranzo perché – spiega – non riuscirei a correre e a saltare, quindi quello che non mangio per pranzo lo divido tra la colazione e la cena. Se faccio doppio allenamento, cioè sia mattina che pomeriggio, allora consumo la colazione verso le 7-7,30, poi a pranzo mangio una cosa leggera, per esempio pasta o riso in bianco, per recuperare energie e proteine. Quando, invece, mi alleno solo al mattino, per pranzo posso permettermi di mangiare i legumi, ottimi per reintegrare proteine e ferro, ma, dato che “gonfiano”, non sarebbero adatti se dovessi rimettermi a lavorare dopo». All’inizio della sua carriera Antonietta veniva seguita da un nutrizionista ma, dopo anni e anni, quel regime alimentare inizialmente imposto è diventato parte delle sue abitudini. Per colazione, per esempio, mangia yogurt con fette di pane tostato e marmellata, o un succo di frutta. Quando è in trasferta in giro per il mondo, tutto resta più o meno uguale. «Cerco di adattarmi al Paese in cui mi trovo, ma in genere mangio riso, pasta… Mai minestre. Mangio 2-3 ore prima della competizione, così da avere energia senza essere gonfia e poi, dopo poco più di un’ora, al di là di come è andata la gara, mangio frutta».

 

 

 

 

…e qualche trasgressione                                                                                                                                   

A stagione finita, però, anche Antonietta si lascia andare a qualche peccato di gola e si concede dolci, patatine, merendine… «Non si può sempre stare a dieta –ammette – altrimenti l’umore ne risente». Superalcolici invece non ne beve mai, solo ogni tanto si concede mezzo calice di vino o un bicchiere di Coca-Cola. Durante le gare – confida  – mangiamo tutti insieme e posso confermarlo: noi italiani siamo comunque quelli che mangiano meglio, anche tra persone che fanno attività agonistica. Ricordo alcuni atleti che mettevano nello stesso piatto carne, pesce, legumi e insalata, ma sono sempre rimasta impressionata dagli americani, che anche prima di una gara mangiavano tranquillamente al McDonald’s con Coca-Cola e patatine. Soprattutto i velocisti».

 

Bianca Senatore 

 

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