DAI VINI ESTREMI ALLA VENDITA “EN PRIMEUR”

Se volete sapere di che si tratta, ecco. Lo facciamo in poche righe. Nel 2013 è stato realizzato per la prima volta “Vini da Terre Estreme“, un evento nato con l’obiettivo di valorizzare e far conoscere ai professionisti del settore, ai consumatori e agli appassionati di enogastronomia vini prodotti con uve coltivate in zone sconosciute, geograficamente impervie; in minuscoli fazzoletti di terra strappati, in condizioni ardue, alla montagna o al mare…

 

 

Vini dalle caratteristiche uniche e rare, che con tenacia pochi e appassionati vignaioli continuano a salvaguardare, curando vitigni che crescono sulla sabbia del mare, come a Sant’Antioco, in Sulcis; sulle macere in Costiera Amalfitana, sulle pendici dell’Etna, oltre i 1250 metri sopra il livello del mare in Val d’Aosta, nelle buche di Pantelleria, realizzate per impedire che il vento se li trascini via…e che pare abbiano profumi e sapori irripetibili.

Le etichette sono oltre 250..

A partire da questa edizione l’evento – che si terrà a Villa Braida, Mogliano Veneto, il 30 e 31 ottobre – sarà aperto anche a una selezione di cantine che producono vino biodinamico e naturale, e ai vini estremi di Croazia, Istria e Dalmazia e sarà presentato  il nuovo Consorzio “Vini da Terre Estreme”.

Sulla scia della notissima settimana organizzata nel Bordeaux per la vendita di vini “en primeur”, ovvero prima che siano pronti per essere commercializzati, Marina Villa è andata per noi a scoprire la risposta italiana: Valcalepio en primeur.

Raggiungiamo un territorio vocato alla coltivazione delle viti già nel periodo dei romani, ma forse poco conosciuto al grande pubblico. Paesaggi collinari che si rincorrono lungo tutta la fascia pedemontana in provincia di Bergamo, dal fiume Adda al lago di Iseo. Come emblema l’effige che contraddistingue il Consorzio Tutela Valcalepio: quella del condottiero Bartolomeo Colleoni.

Questa terra generosa regala ai produttori due  grandi uve a bacca rossa, il Cabernet Sauvignon e il Merlot che, vinificate separatamente vista la diversa epoca di maturazione, danno vita al  Valcalepio DOC.

Il suo cuore pulsante è il piccolo borgo di Grumello del Monte che sorge in collina circondato da vigneti e dominato dall’omonimo castello, splendida location che ha dato vita alla degustazione del Valcalepio DOC 2015 Rosso e Riserva “en primeur” come dicono gli esperti, una degustazione non così comune per capire un vino all’inizio del suo processo di invecchiamento, cogliendo le caratteristiche del prodotto che sarà.

Ad accompagnare la degustazione, la “lectio  magistralis” del Prof. Attilio Scienza, docente di viticoltura presso l’Universita’degli Studi di Milano, che racconta la storia dei due vitigni protagonisti.

Mito, tradizione, riscontri letterari sino alle recenti analisi del DNA: tutto concorre a creare lo story telling di questi due vitigni così diversi, ma complementari.

Il Cabernet Sauvignon è un vitigno antico, con origini nella Magna Grecia. Nasce dall’incontro tra uve Cabernet Franc e Sauvignon, nella regione di Bordeaux. Ha un carattere forte, a tratti rustico, ma anche elegante, con una spiccata personalità. È robusto e sopporta bene i freddi invernali, matura con lentezza. È un vitigno esclusivo perché in passato era solo sulle tavole dei nobili d’Europa, francesi in primis.

Il Merlot è un vitigno meno carismatico, è un uvaggio più semplice, non ha bisogno di lungo invecchiamento e matura precocemente. Con il suo carattere morbido e la bassa acidità smussa i tratti spigolosi del Cabernet Sauvignon e crea la bella complessità del taglio bordolese che ha significato per il Valcalepio il marchio DOC sia nel Rosso che nella Riserva.

Due vitigni, un taglio “bordolese”, dodici viticoltori amici fra loro hanno dato vita, così, a una serata molto particolare per rivalutare un vino troppo spesso e a torto considerato di scarsa qualità, celebrare la ricchezza del territorio declinata anche nei vini bianchi fermi, spumantizzati, rosati, rossi e moscati  abbinati ai formaggi di capra, ad un grande grana padano, agli affinati di media montagna, ai salumi e pani locali e far avvicinare anche noi alla degustazione “en primeur”.

E se Vino è Arte, “come è dolce vedere il mondo attraverso il vetro del bicchiere!”

(Anatole Korneev)

 

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