COME FUNZIONA LA SERRA HI-TECH

L’Italia è un Paese di grandi eccellenze alimentari. Che sia per l’esperienza dei secoli, per i contatti culturali o per l’impressionante naturale biodiversità nazionale, chi può affermarlo con certezza? La fortuna del nostro patrimonio gastronomico è sempre l’altissima qualità, inutile dirlo.
Come è inutile ribadire che raramente qualità e quantità se la intendono tra loro.

 

 

 

 

A volte però ci sono delle eccezioni: siamo a Ostellato, in provincia di Ferrara, dove il gruppo Fri-El Green Power ha fondato la prima serra hi-tech d’Italia. Per il momento l’impianto si sviluppa su 10,8 ettari, che potrebbero diventare 30 nel prossimo futuro, ma all’orizzonte l’obiettivo è 200.

 

 

Quantità…

 

La produzione si attesta intorno agli 8 milioni di chilogrammi l’anno, equivalente a circa il 1000% di produzione in più rispetto alla coltivazione in campo e non smette mai, per 365 giorni l’anno, grazie all’illuminazione a LED sviluppata dall’azienda italiana C-LED nel tentativo di mettere a punto un prodotto a basso consumo che fornisca la giusta quantità e tipologia di luce per ogni specie vegetale. La serra è poi costruita con cristalli temperati al posto dei classici pannelli in PVC, per una migliore diffusione della luce naturale e riduzione della dispersione termica.

 

 

… o qualità?

 

Ma non è solo alta tecnologia; parliamo di soluzioni intelligenti per sviluppare un sistema bio-compatibile che guardi all’economia circolare. Il sistema di riscaldamento è affidato all’acqua calda recuperata dalla vicina centrale a biogas: acqua che altrimenti andrebbe sprecata. Per l’irrigazione si è pensato a un sistema di recupero dell’acqua piovana. Le piante di pomodoro, a fine ciclo, sono utilizzate per la produzione di fertilizzante e l’impollinazione viene affidata a un team di bombi.

 

Lo sforzo è senza dubbio quello di eliminare ogni possibile incognita: i parametri di temperatura e umidità sono costantemente monitorati così come il sistema di alimentazione; il nutrimento liquido raggiunge le piante coltivate con sistema idroponico (cioè fuori suolo) su lana di roccia; i parassiti e gli insetti dannosi sono regolati dall’attività di altri insetti, loro predatori naturali, introdotti ad hoc nell’ambiente della serra.

 

Per il momento non possiamo che augurarci che altre imprese italiane abbiano il coraggio di seguire le orme della Fri-El, per giocare un ruolo da protagonisti nella nuova rivoluzione agricola dell’hi-tech.

 

Alessandro Caviglione

alessandro.caviglione@cibiexpo.it

 

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