CERZOO

Cerzoo

Fertilità del suolo, benessere animale, qualità di prodotto e basso impatto: la sostenibilità integrata. Nelle scorse settimane è stata inaugurata a San Bonico di Piacenza – dopo cospicui lavori di ampliamento e rinnovamento promossi dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi – la nuova struttura del centro sperimentale Cerzoo, fondato circa 40 anni fa e da circa 25 di proprietà dall’Università Cattolica.

 

 

Come ha commentato Lorenzo Morelli, professore ordinario di Microbiologia Agraria della citata Università, nonché direttore di IRCAF  (Centro di riferimento agro-alimentare Invernizzi), «avere a disposizione un centro innovativo e avanzatissimo offre la possibilità di espandere la ricerca anche in settori vergini, e di farlo in modi inconsueti. Primo fra tutti, la transdisciplinarità: cioè, contare su un gruppo di ricercatori afferenti ad aree scientifiche diverse – nel nostro caso studiosi dell’Università Cattolica, della Bocconi e della Statale di Milano, per le competenze medico-sanitarie – che lavorino su un unico, determinato, problema: la qualità degli alimenti. E in particolare del latte».

«Il latte e i suoi derivati», come spiega il ricercatore Filippo Rossi, «sono la nostra principale e migliore fonte di calcio, un nutriente carente nelle diete degli italiani che, se assunto attraverso altri alimenti, non risulta altrettanto digeribile e assimilabile. Non solo. Il latte è fonte di proteine con un alto valore biologico e rende il sangue più fluido, proteggendo il sistema cardiovascolare, così come alcuni prodotti lattiero-caseari riducono la pressione arteriosa». Questa filiera produttiva merita quindi grande attenzione.

Gli ambiti di studio e ricerca sui quali Cerzoo, che ha un’anima sia sperimentale sia didattica, si concentra sono diversi: dall’agroecologia, il cui obiettivo è quello di migliorare la fertilità e la salute del suolo, e aumentare l’accumulo di sostanza organica (sequestrando CO2 dall’atmosfera); allo zoo-ambiente, settore di ricerca che si occupa della minimizzazione delle emissioni di gas serra, ossido di azoto e ammoniaca, nonché della gestione e valorizzazione dei reflui zootecnici (ciclo dell’azoto e del fosforo). E ancora: dalla zootecnia di precisione, che lavora alla messa a punto di nuovi sensori capaci di valutare il benessere animale e la qualità del latte (cioè il miglioramento delle sue proprietà nutritive, chimiche, sanitarie e casearie), alla fisiologia animale, concentrata sul miglioramento della salute e del benessere di vacche e vitelli (e quindi anche nutrizione e nutrigenomica, ovvero la ricerca relativa a diete e mangimi, ottimizzazione delle fermentazioni digestive, rapporti tra genoma e dieta, fino ad arrivare all’epigenetica, e cioè allo studio delle modificazioni dell’espressione genica che avvengono senza variazioni della sequenza del DNA). Come racconta Erminio Trevisi, ordinario di Zootecnia Speciale, «Cerzoo da molti anni si occupa di zootecnia e ambiente, e oggi è diventato un progetto di sostenibilità integrata».

 

Le 5 libertà

I nuovi spazi ospitano un moderno allevamento di bovine da latte, tecnologicamente avanzato ed adatto alla ricerca. L’obiettivo centrale è il miglioramento della loro salute e del loro benessere. Come spiega ancora il professor Trevisi, questo significa assicurare le cosiddette 5 libertà: dalla malattia e dallo stress, oltre quelle di alimentazione, di comfort e di comportamento.

«Ci stiamo concentrando», prosegue, «sulla valutazione di una serie di indicatori comportamentali al fine di comprendere sempre meglio come aumentare il livello di benessere degli animali che vivono nei moderni allevamenti».

Come precisa il ricercatore Andrea Minuti, una parte molto importante dell’allevamento è rappresentata dai vitelli, il futuro dell’azienda. «Abbiamo in questa struttura diversi dispositivi che ci permettono di monitorare in tempo reale condizioni di salute e comportamento degli animali. Si tratta di sensori posti al piede e al collo, o alle orecchie, che monitorano in ogni istante la loro attività: se sono attivi, se giocano, se sono affaticati, se riposano, se ruminano. I vitelli iniziano a ruminare molto giovani ed è un parametro rilevante per la loro salute. Possiamo anche monitore se assumono regolarmente il latte, qual è il tempo che impiegano a berlo e ad alimentarsi. Tutto questo permette di vedere se l’animale ha qualche problema di salute e intervenire tempestivamente. Un dispositivo assai interessante in questo contesto è la “Lupetta”, un’allattatrice individuale che consente di somministrare il latte al vitello in un elevato numero di pasti al giorno, ridotti per quantità ma molto frequenti, in modo che la fisiologia digestiva dell’animale si avvicini di più a quella “naturale”, ovvero all’allattamento materno, e cioè piccoli volumi di latte molte volte al giorno. Il dispositivo consente di monitorare in tempo reale il comportamento alimentare del vitello: se ha bevuto, la durata della suzione, e se ci sono state anomalie nel suo comportamento».

Insomma, come ha commentato il professore emerito di zootecnica speciale Giuseppe Bertoni, «si può migliorare, senza stravolgere».

Marta Pietroboni

marta.pietroboni@cibiexpo.it

 

 

 

Nutritional Life Cycle Assessment (Valutazione del ciclo di vita nutrizionale)

Recentemente, la FAO ha proposto l’introduzione di un modo innovativo per calcolare la sostenibilità ambientale dei diversi alimenti: valutare l’impatto che la produzione di singoli prodotti agroalimentari ha sull’ambiente, aggiungendo alla tradizionale analisi dei gas serra generati una seconda chiave di lettura, la qualità nutrizionale dell’alimento prodotto.

Il presupposto è che non sia corretto considerare equivalente l’impatto ambientale di alimenti che garantiscono apporti nutrizionali diversi. «Stabilita la regola, diventa necessario avere gli strumenti per verificarla. E questo è uno dei compiti che certamente avrà il centro di ricerca agro-zootecnica Cerzoo», afferma in un’intervista il professor Morelli.

 

 

 

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