Più di 60 anni di storia, che cosa è cambiato? Nel 1955 nonno Primo fondò un piccolo laboratorio caseario sulle sponde del Piave. Oggi l’azienda ha oltre 50 dipendenti e lavora ogni giorno più di 400 quintali di latte. Un percorso di crescita sostenuto dalla consapevolezza che il consumatore è interessato, oltre all’alta qualità, alla storia, alla provenienza e alle caratteristiche organolettiche del latte. Abbiamo cercato di proteggere con cura gli insegnamenti del nonno.
Ancora oggi, moltissime operazioni vengono rigorosamente effettuate a mano: dal controllo della rottura della cagliata al posizionamento delle forme, fino all’incarto degli stracchini, confezionati uno ad uno. Nel contempo abbiamo innovato: ci siamo affacciati al mondo del biologico (certificazione ICEA), dei formaggi di capra (più digeribili), del light (meno grassi) e del senza lattosio (per permettere agli intolleranti di assaporare i nostri stracchini).
Quanto è difficile fare oggi formaggi di qualità? Quali sono le innovazioni più interessanti?
Produrre qualità significa tutelare la materia prima in tutte le fasi: dalla salubrità dell’ambiente in cui vivono gli animali al conferimento del latte, dalla produzione del formaggio al confezionamento, senza trascurare la logistica che deve garantire il rispetto della catena del freddo. Il controllo è rigoroso. Se la filiera è corta, tracciabile, controllata, e soprattutto locale, ne trae sicuramente vantaggio la qualità del prodotto finale.
Negli ultimi anni abbiamo investito molto nella sostenibilità: risparmio energetico (la struttura è dotata di un grosso impianto fotovoltaico) e rispetto per l’ambiente. Abbiamo installato sistemi di compostaggio per minimizzare i rifiuti produttivi e un complesso procedimento di riutilizzo e depurazione biologica delle acque impiegate nei processi di lavorazione. Il rapporto con le risorse della terra è un dare e ricevere: la qualità del prodotto sta anche nella tutela del luogo d’origine.
Che cosa producete?
Principalmente formaggi freschi come stracchini, ricotte, caciotte, primi sali, robiole con latte vaccino, di capra e di bufala. Il latte proviene da stalle altamente selezionate nel raggio di 30-40 km dalla nostra sede. Una stretta collaborazione che inizia dal supporto tecnico in allevamento e prosegue con l’arrivo e il controllo del latte nello stabilimento di produzione.
Qui il nostro laboratorio interno di analisi effettua gli esami chimici e microbiologici. Un controllo di filiera a tutto tondo, dal foraggio al confezionamento, che è il segreto della freschezza e bontà dei formaggi Tomasoni. Tutte queste scelte sono state fatte anche per salvaguardare l’appartenenza ad un territorio ricco di biodiversità e di valore storico, la zona vicina al Piave (fiume sacro alla Patria), da cui deriva il nome del nostro prodotto di punta: la Crema del Piave.
Si parla molto oggi del rapporto tra alimentazione e salute. Cosa si può dire in relazione al latte?
Le scelte alimentari non sono sempre facili. Vorrei che tutti fossimo in grado di fare una spesa consapevole, per guadagnarci in salute. In merito a questo, il Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione del CREA ha confermato che latte e derivati dovrebbero essere inseriti, con moderazione, nella dieta giornaliera. Come e cosa mangiamo ha effetti anche sul nostro stato psichico.
Il Caseificio Tomasoni ha scelto, nel suo piccolo, di provare a fare la differenza. Cerchiamo di divulgare regolarmente informazioni trasparenti sul ruolo di latte e derivati nell’alimentazione di bambini e adulti, attingendo a fonti attendibili come Assolatte, OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione).
Avete anche dato vita a un progetto interessante. Come si chiama e come funziona?
Il progetto è nato un anno fa, quando ho iniziato lo svezzamento del mio bimbo Giulio che oggi ha 17 mesi. Il Caseificio Tomasoni ha consolidato nel tempo una missione: promuovere l’importanza di latte e derivati nella dieta quotidiana. Quest’anno abbiamo scelto di farlo tramite un’iniziativa divertente: “Bimbi a tavola con Tomasoni”.
Il progetto prevede il coinvolgimento di quattro giovani mamme, attive su Instagram, sensibili al tema del mangiar sano, che pubblicheranno settimanalmente sui loro profili Instagram ricette sfiziose e salutari utilizzando i formaggi Tomasoni. Ci aiuteranno a veicolare contenuti trasparenti e interessanti. Il nostro obiettivo è quello di contrastare la disinformazione e le fake news promosse dalle volubili mode alimentari.
Progetti futuri?
“Bimbi a tavola” è appena iniziato e continuerà per tutto l’anno. Il Covid-19 ha fatto emergere nuove opportunità, come lo sviluppo dell’e-commerce. Ma la novità assoluta sarà la nostra mascotte che non vediamo l’ora di presentare. Ci auguriamo con tutto il cuore che questa emergenza sanitaria termini quanto prima per poter riprendere un po’ alla volta la nostra quotidianità.
La redazione