ACQUE MINERALI: CARTA D’IDENTITÀ DEL NOSTRO PRIMO ALIMENTO

Per il consumo di acqua minerale gli italiani sono al primo posto in Europa e al terzo nel mondo. Abbiamo un paese ricco di fonti: secondo la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, le acque minerali italiane sono ben 339.
Ma come si sceglie l’acqua minerale? Quali sono le differenze rispetto a quella dell’acquedotto?

 

 

 

 

Il D.Lgs 8 ottobre 2011, n.176 dice che sono considerate “acque minerali naturali” le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute.

Le acque minerali si distinguono dall’acqua potabile del rubinetto di casa per la purezza originaria e per la loro conservazione, per la percentuale di minerali, oligoelementi e altri costituenti che hanno effetti diversi sul nostro organismo. Ogni acqua minerale è quindi diversa dall’altra e imparare a leggere l’etichetta sulla bottiglia può aiutarci a scegliere l’acqua più giusta per noi.

 

Ci sono molte classificazioni dell’acqua minerale. La prima classificazione riguarda il residuo fisso (RF), cioè la concentrazione di sali nell’acqua.
A seconda del grado di mineralizzazione, l’acqua si classifica come:

– ricca di sali o iperminerale (RF > 1500 mg/l) – minerale (500 mg/l > RF < 1500 mg/l)
– oligominerale (50 mg/l < RF< 500 mg/l)
– minimamente mineralizzata ( RF < 50 mg/l).

 

La seconda classificazione riguarda il pH, che esprime la concentrazione di ioni di idrogeno contenuti nell’acqua: valore basico = pH superiore a 7, valore acido = pH inferiore a 7.

Le acque minerali addizionate di anidride carbonica hanno un pH acido. Si tende a pensare che le acque con residuo fisso maggiore di 500 mg/l, con un’assunzione prolungata, portino alla formazione dei calcoli renali. La calcolosi renale e vescicale si forma invece quando l’urina ha un valore di densità superiore a 1025 (verificabile attraverso esami delle urine) e un pH acido. Per chi ha problemi di questo tipo è consigliabile scegliere un’acqua con pH basico.

L’acqua, pur non avendo proprietà di prevenzione e cura delle malattie, può avere effetti benefici sulla salute proprio come l’assunzione di frutta, verdura e cibi sani in generale.

 

Da qui ha origine la terza classificazione che suddivide le acque per caratteristiche di composizione ionica.
Le acque sodiche (> 200 mg/l di ione sodio) influenzano l’eccitabilità neuro-muscolare e sono controindicate nell’ipertensione. Contrariamente, le acque indicate nelle diete povere di sodio dovrebbero avere una quantità di sodio inferiore a 20 mg/l.
Le acque clorurate (> 200 mg/l di ione cloruro), più concentrate (definite ipertoniche), hanno azione lassativa.
Le acque calciche (> 150 mg/l di ione calcio) sono adatte ai bambini, perché aiutano la formazione di denti e ossa, alle donne in gravidanza e agli anziani, perché contrastano l’osteoporosi.
Le acque bicarbonate (bicarbonato sodico > 600 mg/l) favoriscono la digestione e se bevute a digiuno tamponano l’acidità gastrica.
Le acque solfate (> 200 mg/l di ione solfato) sono lievemente lassative. Sono efficaci nei disturbi epatobiliari e hanno un’azione colecistocinetica ecoleretica.
Le acque fluorate (> 1 mg/l di ione fluoro) sono utili per la prevenzione della carie dentale nei bambini e nei ragazzi, quindi si possono scegliere in associazione ad altre acque.
Le acque ferruginose (> 1 mg/l di ione ferro bivalente) sono indicate nelle anemie in cui si presenta una carenza di ferro e sono molto utili in associazione alle terapie mediche.
Le acque magnesiache (> 50 mg/l di ione magnesio) hanno un’azione lassativa e hanno azioni benefiche sull’ipertensione poiché dilatano le arterie.
Le acque acidule sono le acque denominate come effervescenti naturali, nelle quali l’anidride carbonica presente è maggiore di 250mg/l. Hanno azione digestiva, antinfiammatoria e diuretica.

 

Chiara Porati

 

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