ACQUA PER ORTI E GIARDINI

Arriva la bella stagione e le piante hanno sempre più sete. È perciò indispensabile bagnarle regolarmente, ma usare l’acqua potabile è uno spreco inutile. Possono infatti tranquillamente “bere” le acque di falde superficiali o prelevate da un fiume, che vanno bene anche quando si tratta d’irrigare delle coltivazioni di frutta e verdura. Anzi, l’acqua potabile non è necessariamente il meglio per le piante: per esempio, la presenza di residui di cloro, utilizzati per la disinfezione, potrebbe danneggiarle.

 

 

 

 

Utilizzare l’acqua potabile per irrigare l’orto e il giardino di casa non è poi opportuno dal punto di vista economico: il contatore segnalerebbe subito un’impennata del consumo e, parallelamente, del prezzo della bolletta.

 

 

Che acqua uso io?

 

Se per l’irrigazione si utilizza l’acqua di un pozzo o di un fiume, è importante conoscerne il grado di acidità, la durezza e le concentrazioni di sali, sodio, zolfo, boro, litio, carbonati e bicarbonati. Anzi, si dovrebbero scegliere le piante da coltivare proprio in base a questi dati, oltre che alle nostre preferenze. Sarebbe quindi utile far inizialmente analizzare l’acqua con cui si annaffia e poi monitorarla almeno una volta ogni due o tre anni. Per esempio: il pH indica in generale l’acidità o la basicità di una soluzione acquosa. Un pH 7 è neutro, con un valore minore di 7 l’acqua è considerata acida. Per bagnare le piante si considerano ottimali i valori di pH compresi tra 6,5 e 7,5.

 

Altra regola d’oro: la temperatura dell’acqua d’irrigazione dovrebbe essere simile a quella del terreno. Ancora: controlliamo che non siano presenti inquinanti biologici (come coliformi e streptococchi fecali). Non danneggiano le piante ma incidono negativamente sulla sicurezza igienico-sanitaria delle colture per l’utilizzo umano.

 

Per concludere, sono da tenere sempre sotto controllo altre due caratteristiche dell’acqua che possono nuocere sia alle piante sia alla qualità del terreno: la salinità e la sodicità. La prima è indice della concentrazione di sali, in particolare di calcio, sodio, magnesio e carbonati; può dipendere dalla composizione delle rocce nel suolo ma anche da infiltrazioni di acqua marina. La seconda segnala le concentrazioni di sodio che, per garantire un buon risultato agli appassionati pollici verdi, non devono superare determinati limiti.

 

Dal blog di Gruppo CAP
Acqua del rubinetto

 

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