Siamo in Piemonte, terra di paesaggi vitivinicoli tutelati dell’Unesco e di vini famosi, con 42 DOC e 17 DOCG. Persino un astemio conosce di nome il Barolo o il Barbaresco. Dunque è ben motivato l’interesse del Politecnico di Torino per questo settore produttivo. L’obiettivo: stimolare l’utilizzo di nuove tecnologie in vigna, semplificando le infrastrutture, razionalizzando la complessità dei dispostivi e riducendo al minimo le attività richieste al coltivatore.
Ma perché una vigna urbana?
Nasce per mettere più strettamente in relazione attività di ricerca e mondo della produzione, mostrando come la rivoluzione digitale e la sperimentazione tecnologica possano giocare un ruolo irrinunciabile per affrontare temi strategici fondamentali quali la sostenibilità, la protezione dell’ambiente, la qualità agroalimentare.
Concepito come un campo di prova a chilometro zero, il vigneto ospita sensori per la misura delle condizioni climatiche alle quali è esposta la vegetazione: pluviometri, anemometri, termometri, barometri, igrometri. I dati raccolti sono consultabili in tempo reale e gratuitamente sul sito del laboratorio www.ixem.wine. E sempre qui sarà possibile effettuare i test propedeutici all’avvio del monitoraggio capillare che consentirà di verificare l’efficacia delle innovazioni introdotte.
Gli iXem Labs
Gruppo di ricerca attivo dal 2004, gli iXem Labs hanno contribuito al superamento del divario tecnologico di aree rurali e periferiche, alla crescita dell’Internet delle Cose (IoT) e all’introduzione di tecnologie wireless (senza fili) per l’agricoltura di precisione.
Il progetto iXem Wine è stato avviato nel marzo del 2019 e ha sviluppato la prima piattaforma libera, gratuita e condivisa di sensori in grado di rilevare i parametri ambientali utili per il monitoraggio del vigneto. Una scelta coerente con le richieste degli agricoltori e i problemi più comuni nella viticoltura. In particolare, una delle difficoltà maggiori è che in una stessa vigna bisogna fare i conti con microclimi diversi. Grazie a sensori di dimensioni molto ridotte ma con grande autonomia energetica, in grado di trasmettere dati a notevolissima distanza, gli studi effettuati nel corso della stagione appena terminata hanno dimostrato che sono diminuiti in modo consistente i trattamenti chimici necessari e che è aumentata la qualità del prodotto.
Paola Chessa Pietroboni